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Astori, la compagna Francesca: “Il destino è stato ingiusto”

Francesca Fioretti, compagna di Davide Astori, rilascia la prima intervista dal quel tragico 4 marzo, quando il capitano della Fiorentina perse la vita sostanzialmente nel sonno prima della partita contro l’Udinese. Da allora, l’attrice e presentatrice si è sostanzialmente chiusa in un rigoroso silenzio per cercare di proteggere soprattutto la figlia Vittoria, avuta proprio dalla relazione con Astori. “Il 5 marzo – dichiara Francesca Fioretti al Corriere della Sera – l’ho accompagnata a scuola e sono andata dalla psicologa dell’infanzia: nemmeno la cosa più tragica doveva destabilizzarla. La sua serenità dipende dalla mia, non deve vedermi triste: le nostre lacrime non sono di disperazione ma di emozione. Davide non deve diventare un tabù di cui non parlare, il vuoto non deve inghiottirci. Nel nostro primo viaggio senza Davide ad un certo punto l’ho vista sorridere e ho pensato: sono riuscita a farla gioire del viaggio”.

Dopo aver raggiunto l’apice della propria carriera televisiva, la Fioretti ha incontrato proprio Astori ad una festa tra vip e da lì è nata la loro storia, dalla quale ha avuto la luce Vittoria. Ecco il racconto di come tutto ebbe inizio e il perché della scelta del nome della figlia: “Ad una festa – ricorda ancora la donna che in passato ha partecipato anche ad un reality – mi ha chiesto del Vietnam, dove ero stata per un programma televisivo. Sembrava una strategia di rimorchio ma poi mi ha scritto ogni giorno per un mese, ho anche stampato quelle conversazioni: mi fa sorridere che un giorno Vittoria potrà leggere i messaggi con le tecniche di seduzione del papà. Prima di un viaggio in Perù ho scoperto di essere incinta, dopo il controllo ci avevano detto che l’avevamo persa ma successivamente abbiamo scoperto che era ancora lì. Davide allora disse: ‘se è così forte, non può che essere una bambina’. E abbiamo scelto il nome Vittoria”.

Fioretti: “Davide se n’è andato felice”

Tutto bello, come in una favola, fino a quel maledetto 4 marzo, quando Astori non si è risvegliato dopo essere andato al letto in albergo alla vigilia di Udinese-Fiorentina. “Sono certa di avere reso Davide felice, se n’è andato nel momento più felice della sua vita. Il destino è stato ingiusto ma, se non lo avessi incontrato, non ci sarebbe stato il nostro amore che lo ha realizzato come uomo e padre. E se il mio dolore deve essere il pegno da pagare per questo, lo potrò sopportare per sempre. Dovevamo camminare insieme fino a perderci – conclude – , ora la costante gioiosa è Vittoria: la vita che non smette”.

Redazione Calcioblog

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