Bonucci sempre più leader fa cambiare idea anche ad Allegri

Inizialmente non posso perdere Bonucci, quindi partiremo giocando con la difesa a tre”: disse questo Massimiliano Allegri al primo vero summit con la dirigenza della Juventus, prima ancora di partire per la tournée asiatica. Anche se è chiaro che in testa avesse altro. In effetti per i bianconeri perdere questo Bonucci sarebbe davvero un peccato, se non fosse che l’impennata nelle prestazioni da parte del centrale viterbese, in costante esorbitante crescita da quando sulla panchina Juve si insediò Conte nel dopo-disastro con Del Neri, è stata comunque anche confermata con la difesa a quattro.

Oggi il centrale cresciuto anche nelle giovanili dell’Inter (quando spesso veniva costretto anche a disimpegnarsi da terzino destro) è una colonna, come dimostrato dall’eccezionale prestazione di Firenze, due spanne sopra tutti, compagni e avversari. Non è più soltanto elegante Bonucci, è anche efficace. E Allegri l’ha capito sul campo, complici anche le contemporanee lunghe assenze di Barzagli e Caceres, due possibili diretti rivali nel ruolo di centrale di destra con difesa in linea.

Il ritorno alla difesa a tre del Franchi, forse una parentesi, ha reso merito a ciò che di Bonucci si era già visto nelle più complicate uscite precedenti (soprattutto in Champions League, dove la crescita la puoi davvero misurare a vista d’occhio). MVP, giusto così. Forse insolito per un difensore che non ha segnato all’interno di una gara comunque di cartello. Avrebbero potuto superarlo forse soltanto Pogba e Cuadrado non avessero praticamente sbagliato tutte le scelte decisive a disposizione a ridosso delle rispettive aree di rigore avversarie.

E invece il Bonucci che esce dalla trasferta toscana è il leader definitivo del pacchetto arretrato meno battuto della Serie A, ma forse anche davvero leader non più tarpato dalla severità di Conte (che gli è stata a dir poco utile dovendosi combinare con quello strano lavoro che fa il suo motivatore personale). Non a caso per Conte è comunque un irrinunciabile della sua Nazionale. Forse ancora più che Chiellini, fino almeno a quando non ci saranno da gestire duelli epici contro i grandi del calcio mondiali. Cosa che alla Juventus non accadrà almeno fino al possibile ottavo di finale di Champions League.

Redazione Calcioblog

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