Intervistato da Sofoot, Francesco Coco ha raccontato questo retroscena:
«Ancelotti mi chiama e mi dice di restare. Gli dico: solo se viene Galliani e me lo chiede in ginocchio. Ovviamente non l’ha fatto. Accetto l’Inter. Moratti e Oriali mi chiamarono per un anno per convincermi. Volevo tornare al Milan, perché il campionato italiano a quel tempo era ancora il migliore, e mi mancava. Sono arrivato all’Inter che aveva appena preso Cannavaro, Crespo, un ottimo mercato. Nella mia testa pensavo: ‘Vado all’Inter, vinco e prendo a calci Galliani». Arriva la prima partita di campionato: Inter-Torino. La prima partita a San Siro. Sbaglio un passaggio e lì sento un enorme: “Milanista di merda” dai miei stessi tifosi . L’ho sentito così forte, un po’ come quando senti arrivare la metropolitana. Ahi, ahi, ahi… Ecco, sai che hai fatto davvero una stupidaggine firmando qui. Nella storia tanti giocatori hanno giocato nel Milan e nell’Inter, ma non avevano davvero un’identità, non erano legati né all’uno né all’altra. Ero come Costacurta, Maldini, un milanista cresciuto a Milanello. Quindi è stato complicato, perché non mi hanno mai perdonato nulla. Ma era comprensibile, anzi lo preferisco: sostenere un club è questo. Questo è ciò che rende il calcio diverso. L’atmosfera che si respira in uno stadio, la passione, la rivalità. Un giorno sono andato a vedere la NBA… Beh, posso dirti che il rischio di addormentarsi durante la partita era concreto».
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