Andrea Di Caro ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport del Milan. Ecco le parole del giornalista:
«Tra l’impresa e la rivoluzione. Il Milan si gioca presente e futuro in 90’ di Champions (e in un finale di campionato deludente che rischia di diventare disastroso senza il quarto posto). In caso di impresa domani nella semifinale di ritorno si sprecherebbero i peana e i richiami al grande cuore rossonero, in caso di eliminazione conterà molto il modo in cui si uscirà dalla competizione. Dovessero ripetersi una partita senza storia come all’andata e un passivo rotondo, peserebbero molto sul futuro di molti protagonisti. Perché il calcio italiano vive di presente, ha poca memoria e molte esigenze (di bilancio…). Ecco dunque che la semifinale di Champions può risultare decisiva per esaltare la stagione e salvare diverse poltrone. Tornare in finale, a Istanbul, contro il City o il Real, permetterebbe al Milan di rientrare nel gotha dei top club europei, garantirebbe un lauto guadagno e farebbe dimenticare o almeno passare in secondo piano il campionato balordo. Ma uscire male contro l’Inter potrebbe costare carissimo innanzitutto a Maldini, cui viene addebitato un mercato sbagliato. Da capire la posizione di Massara, che di Maldini è il fedele braccio destro. E non sarebbe immune da valutazioni anche il lavoro di Pioli che pure gode di considerazione da parte della proprietà. A fare la valigia poi sarebbe mezza squadra: da Origi a Rebic, da Messias a Dest, da Vranckx a Tatarusanu, da Adli a Ballo-Touré fino a Ibra per raggiunti limiti di età»
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