Non ci si può più nascondere: il Milan è in piena crisi. Contro il Feyenoord, nonostante il goal fulmineo di Santiago Gimenez, si è visto il solito Milan, già prima dell’inferiorità numerica. Una squadra troppo dipendente dall’estro tecnico dei singoli che non riesce a trovare un’identità di gioco, che sbaglia troppi gol, che non riesce a mantenere la concentrazione per 90 minuti. E chissà che la guida tecnica non possa cambiare già nelle prossime ore.
Se la partita è stata tremenda quello che è venuto dopo è stato ancora peggio. Ibrahimovic e allenatore che si contraddicono nel postpartita col primo che afferma “Theo non è un attore e non deve fingere” mentre il secondo, quasi difendendo il terzino, dichiara “Il volto di questa sconfitta non è quello di Theo, ma il mio“. Per finire con le scuse dello stesso Theo che parla di unione, di famiglia, di ricominciare insieme non tenendo conto che le responsabilità per la sua espulsione sono esclusivamente sue. Le idee sembrano poche e tutt’altro che chiare.
Per provare a tamponare questa confusione la società ha deciso nelle scorse ore di presentarsi a Milanello per un incontro congiunto con allenatore e squadra, per confrontarsi e provare ad uscire subito da questa crisi. Serve un cambio di rotta e serve adesso, questo è sembrato essere il messaggio della società nei confronti di mister e rosa; gli obbiettivi tassativi da ora in poi? Quarto posto e Coppa Italia.
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