Il Milan perde in casa contro il Napoli una partita decisamente compromessa dalle molte assenze in casa rossonera. L’undici mandato in campo da Fonseca ha palesato limiti di qualità davvero evidenti nei quali la solidità del Napoli ha potuto esaltarsi e vincere lo scontro diretto in ottica scudetto.
L’ingresso di Leao e Pulisic, vessato da un’influenza, non sono riusciti a scuotere una squadra che, a fine partita, nonostante qualche buona occasione creata, non è riuscita a gonfiare la rete di Meret. Il punteggio di 0-2 è eloquente, così come la scelta della società nelle ore appena successive alla sconfitta.
Ciò che è emerso dalla sfida di ieri è che il Milan difetta in qualità nelle sue seconde linee. Le assenze simultanee di giocatori del calibro di Reijnders e Pulisic, sommate a quelle di Gabbia e Theo, hanno messo in luce tutte le difficoltà di una rosa che, al momento, non ha ricambi all’altezza dei titolari. In partite come quelle di ieri, forti e solide, il Milan non è riuscito a segnare nemmeno un gol. E’ la dimostrazione che qualche intervento sul mercato forse è opportuno, magari già a gennaio, ma certamente nel prossimo mercato estivo. A rendere criptico il futuro è arrivata nelle ore appena successive la sconfitta contro il Napoli la decisione della società che alimenta già polemiche e dibattiti.
Dopo la sconfitta del Milan contro il Napoli, è emerso che nessun esponente della dirigenza del Milan, inclusi figure di spicco come Zlatan Ibrahimovic o il direttore tecnico Geoffrey Moncada, si è recato al centro sportivo di Milanello per assistere all’allenamento della squadra guidato dal mister Paulo Fonseca. Quest’ultimo e il suo staff sono stati lasciati a gestire da soli la sessione di allenamento dedicata alla preparazione dell’imminente incontro con il Monza, senza ricevere il supporto diretto o la presenza di alcun dirigente del club. L’assenza della dirigenza nei momenti post-sconfitta è stata puntualmente sottolineata dal giornalista Peppe Di Stefano di “Sky Sport”, che non ha mancato di evidenziare come questa scelta possa essere interpretata come una deliberata strategia adottata dalla dirigenza rossonera. Di Stefano, nel suo intervento, ha anche suggerito che l’occasione avrebbe potuto essere propizia per un confronto diretto, suggerendo che a volte il dialogo può risultare altrettanto produttivo di una sessione di allenamento, se non di più.
Questa vicenda solleva questioni pertinenti sull’equilibrio tra supporto, supervisione e indipendenza delle squadre di calcio professionistiche. Sebbene la presenza costante della dirigenza possa essere interpretata come un segno di supporto e responsabilità, la sua assenza, almeno in occasioni particolarmente delicate, apre a interpretazioni diverse, talvolta legate a percezioni di distacco o disinteresse. La strategia del Milan, così come emerge da questa situazione, sembra orientata alla fiducia nella gestione tecnica di Fonseca, ma ciò non toglie che il dibattito sulla sua efficacia rimanga aperto e di estremo interesse per il futuro della squadra.
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