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Juventus-Inter: bianconeri come l’onda del mare

La <strong Juventus di questi tempi è come l’onda del mare. A tratti pare travolgerti, schiuma rabbia come ai bei tempi e ti chiude nella tua trequarti; improvvisamente, però, l’onda si ritira e chi è restato aggrappato, riesce pian piano a risalire la corrente. Era successo con la Sampdoria, poi in Supercoppa con il Napoli, quindi ieri con l’Inter. E tre indizi fanno una prova.

L’onda è forte, certo, ma spesso partorisce il topolino di un gol. I campioni d’Italia non riescono mai a essere cavallone, tanto meno tsunami. La voracità della Juve di Conte era un’altra cosa. Quella di Allegri ama fare possesso palla, parte spesso fortissimo (sette gol nei primi 15′, come nessuno finora), ma al primo errore in difesa subisce gol e si deprime.

La difesa non è irreprensibile. Il pressing alto alla lunga stanca Pogba e compagni; se in quel momento, l’avversario è ancora in partita, è quasi naturale che poi cresca di fronte alla diminuzione delle forze bianconere. Ieri, dopo il primo tempo, Madama poteva essere tranquillamente in vantaggio di due gol. Pogba ha fallito il raddoppio dopo un elastico da applausi, c’era un rigore su Chiellini. Avanti 2-0, la ripresa sarebbe stata diversa. Anche l’eventuale errore in difesa avrebbe mantenuto i bianconeri avanti.

Juventus-Inter 1-1 (Tevez, Icardi) | Foto



























































Così non è stato. Ora c’è la Roma a un punto e all’orizzonte la difficile trasferta di Napoli. Allegri deve trovare al più presto correttivi. Ieri, almeno per un tempo, si è rivisto il Vidal dei tempi belli. Manca ancora Llorente, invece, in fase realizzativa. Dopo la splendida stagione scorsa, l’ariete basco segna poco e con difficoltà. I suoi gol mancano eccome. Tevez, da solo, non può fare per due.

Chissà se davvero il trequartista di ruolo può essere la catapulta in grado di proiettare la Vecchia Signora verso il quarto titolo consecutivo. Quello che è abbastanza chiaro è che questa Juve era costruita per Conte e non per Allegri, che si è dovuto inventare Vidal (o Pereyra) trequartista. Aggiungiamoci alcuni giocatori che gigioneggiano troppo e avremo il risultato del rallentamento juventino. Pogba è l’esempio del genio che sforna capolavori, ma che poi non li firma. Bonucci si permette troppi lussi, senza averne le capacità. E gli manca come il pane uno concreto come Barzagli.

L’onda s’infrange contro gli scogli di un campionato apertissimo. Tenuto aperto anche e soprattutto dalla Juve più che dalla testardaggine giallorossa.

alessandropignatelli

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