[blogo-video provider_video_id=”3vXIIi8oeVk” provider=”youtube” title=”Coppa Italia, le trattative fra autorità e ultras Napoli per iniziare la partita” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=3vXIIi8oeVk”]
Gennaro De Tommaso (basta con i soprannomi, almeno qui) si prende un Daspo di tre anni per scavalcamento delle barricate e un’aggiunta di due anni per la maglietta (in base alla norma che lo prevede per «striscioni o cartelli incitanti la violenza o recanti ingiurie o minacce») che indossava sabato sera, con su scritto Speziale libero. Cinque anni in tutto senza poter assistere a una manifestazione sportiva, il massimo stabilito dal legislatore.
«I tifosi che durante Napoli-Cagliari indosseranno la maglietta con scritto ‘Speziale libero’ saranno individuati e saranno sottoposti a Daspo»
Lo ha dichiarato Angelino Alfano, prima della partita del San Paolo di stasera. Stando a quanto si apprende dal Mattino, in tre avrebbero subito il provvedimento.
Ebbene, ci troviamo qui di fronte a qualcosa che non ha niente a che vedere con gli episodi di sabato, con gli ultras, con gli spari o la violenza, ma che afferisce ad altro. Alla libera manifestazione del pensiero. E alla sua repressione.
Diciamolo con le parole dell’avvocato Lorenzo Contucci che, a La Stampa, spiega:
«La libertà di manifestazione del pensiero, quando non diventa apologia di reato, è protetta dall’ombrello dell’articolo 21. Quella maglietta non inneggia all’uccisione di Raciti, ma sostiene l’innocenza di Speziale. Cosa che è legittimo fare anche se c’è una sentenza contraria».
L’articolo 21 della Costituzione – lo riportiamo per completezza – inizia così:
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
Contucci aggiunge che ci sono già sentenze di Tar e giudici ordinari che, proprio in base a questo principio, hanno annullato Daspo a tifosi che avevano espresso solidarietà a Speziale. E poi chiosa con un’osservazione più che pertinente:
«se si stabilisse il principio che chi contesta una sentenza merita un Daspo, come farebbe Berlusconi ad andare ancora allo stadio?»
Il Daspo per una maglietta (che non è apologia di reato) non è una risposta alla violenza fuori e dentro gli stadi. E’ un atteggiamento repressivo e autoritario; è il pugno di ferro di uno Stato impotente ma violento che tenta di far breccia in aree grige del pensiero e del diritto; è un precedente pericolosissimo.
Non è difficile da capire: «Speziale libero» non è una minaccia, né un insulto, né un’ingiuria, non incita alla violenza: se si può essere sottoposti a un provvedimento restrittivo per la scritta «Speziale libero» oggi, potrebbe accadere domani. Per uno striscione «No Tav» esposto in piazza, per esempio. O per una contestazione che infastidisce. O per uno sciopero.
Ecco perché anche di fronte a fatti che toccano le sfere della moralità e della sensibilità personale e collettiva, a fatti violenti e complessi (complicati ancora di più dalla bagarre politica e mediatica e dal tifo – calcistico, politico o mediatico –, che troppo spesso non aiuta ad esser lucidi) è bene mantenere la freddezza e affermare saldamente un principio di diritto: la libertà di pensiero non può essere sottoposta a misure restrittive.
La libertà di pensiero e di manifestazione del medesimo è un diritto costituzionale.
Reduce da una grande prestazione contro l'Inter, Yildiz è bersagliato da offerte provenienti da mezza…
Nicolò Barella, centrocampista dell'Inter e della Nazionale italiana, al centro dell'attenzione per quanto accaduto nelle…
Gigi Donnarumma pronto a debuttare in Premier League nel derby di Manchester, ma una reazione…
Sta facendo molto discutere quanto stabilito in merito alla squalifica decisa dopo quanto avvenuto in…
L'entusiasmo per il nuovo innesto si è subito affievolito a seguito dell'annuncio di Akanji, che…
Damien Comolli ha deciso coronare il suo primo anno con la Juventus a suon di…