C’è un Lautaro Martinez cannibale in Serie A e uno non irresistibile in Europa. Da una parte 23 gol in 25 partite in questa stagione, dall’altra due in otto (con tre partite giocate entrando dalla panchina), che diventano nove se si considera anche la finale di Istanbul contro il Manchester City con quella palla calciata addosso a Ederson in avvio di ripresa che avrebbe potuto cambiare la storia nerazzurra. Lo scrive Gazzetta.it. Ma la riflessione è più ampia: nell’ultimo triennio (dal 2021 al 2024) il Toro ha segnato 65 gol in 98 partite in Serie A, mentre tra Champions League e nazionale è a 14 complessivi su 53 partite: un settimo delle reti realizzate rispetto al campionato, ma in più della metà delle partite giocate.
Tutti i dati sono pesanti: se l’attaccante dell’Inter in campionato ha una percentuale realizzativa del 20,1% nell’ultimo triennio, in Champions League è al 6,74%, mentre con la maglia dell’Argentina la percentuale si alza a 16,3%. Se in Serie A arriva una rete ogni 106 minuti – poco meno di una a partita – nella più importante competizione continentale l’argentino trova il gol ogni 353 minuti, ovvero quattro sfide (senza considerare i minuti di recupero e, nel caso del ritorno degli ottavi di finale, i supplementari). E dire che le occasioni ci sono: il Toro calcia 3,31 volte a partita in Serie A e 3,07 in Champions (2,04 in nazionale), eppure segna decisamente molto meno.
L’articolo Lautaro in Champions non è Lautaro: il confronto con i numeri in Serie A è impietoso proviene da Inter News 24.
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