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Milan: è già finita l’era di Yonghong Li (fallito in Cina)?

Tira una brutta aria attorno alla nuova proprietà cinese del Milan: è quanto emerge da un dossier pubblicato oggi dal ‘Corriere della Sera’ a firma di Milena Gabanelli e Mario Gerevini e che si basa su quanto accaduto in queste ore in Cina. Il tribunale del popolo di Shenzhen, si legge sul quotidiano, ha dichiarato fallita la “Jie Ande” di Yonghong Li, 48enne presidente del Milan. Insomma, sarebbero confermate le indiscrezioni che circolano ormai da mesi sulla non propriamente salda posizione del proprietario cinese del club rossonero. Se prima, infatti, sulla Jie Ande pendeva una richiesta di liquidazione per bancarotta da parte della Banca di Canton, ora c’è proprio il fallimento e visto che era considerata la realtà più importante all’interno del suo curriculum, è evidente che il contraccolpo sia di quelli forti.

Direttamente, infatti, non ci sono conseguenze per il Milan, ma viene minata la solidità patrimoniale e la credibilità di Yonghong Li. Nei prossimi giorni, un commissario sarà inviato da Pechino per gestire la sua società e solo allora si capirà effettivamente quanto le sostanze del presidente del Milan saranno spogliate per pagare i creditori. È qui che si innestano dunque gli interrogativi per il club rossonero, che deve chiudere il bilancio al 30 giugno e soprattutto deve rifinanziare il debito di oltre 300 milioni di euro con il fondo Elliott.

Milan: Elliott vuole evitare sanzioni Uefa

Proprio dagli americani potrebbe arrivare un piccolo aiuto: si parla di 30-40 milioni di euro che sarebbe destinata per consentire al club di dare una garanzia all’Uefa e di evitare sanzioni per il Fair Play Finanziario. Attenzione, però, poiché non si tratta di un gesto di magnanimità da parte di Elliott nei confronti di mister Li, bensì di una scelta necessaria per evitare che il valore della società, in caso di ulteriori sanzioni, si vada ad abbassare, poiché è lo stesso valore che sta attualmente facendo da garanzia per i prestiti. Comunque sia, secondo le ultime indiscrezioni, il fondo americano non vedrebbe l’ora di mettere alla porta l’attuale presidente che risiede ad Hong Kong.

Mirko Nicolino

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