Agnelli e Al Khelaifi, sei mesi prima di lanciare la Superlega con altri top club europei, nell’autunno del 2020 avevano un progetto alternativo nominato Bohr (come il fisico danese).
L’ex presidente della Juve, stando a quanto riferito da L’Equipe, aveva promosso questa lega chiusa insieme al patron del Psg: Agnelli si sarebbe occupato della governance, mentre il suo “collega” della parte finanziaria. Ad elaborare il tutto era stata una società britannica.
Bohr prevedeva una competizione tra i 14 club con i redditi più alti più Lione e Milan e altre squadre provenienti dai tornei europei. Le 24 squadre sarebbero state raggruppate in 4 fasce e il format sarebbe stato quello della nuova Champions League: 32 partite nella prima fase (16 in casa e 16 in trasferta), poi ottavi e quarti di finale, semifinale e finale in gara unica.
Chi avrebbe partecipato al progetto Bohr, però, non avrebbe più giocato nel suo campionato nazionale di appartenenza in modo tale da massimizzare i ricavi (si parlava di 12,2 miliardi di euro di cui 8,2 da ridistribuire tra i club) con una sorta di “secessione“. Pure la UEFA sarebbe stata coinvolta come garante della legittimità della competizione, ma restare da capire se avrebbe accettato o meno.
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