La sconfitta contro l’Atalanta ha inevitabilmente riaperto il dibattito attorno a Sérgio Conceição. La convincente vittoria di Udine, ottenuta grazie al nuovo modulo, è stata rapidamente archiviata, lasciando spazio a nuove critiche e interrogativi. In questo contesto di incertezza, non sorprende che si facciano sempre più insistenti le voci di un possibile ritorno di Carlo Ancelotti al Milan. L’ipotesi affascina tifosi e addetti ai lavori, anche perché l’allenatore potrebbe non arrivare da solo: con lui, si parla di un top player pronto a indossare la maglia rossonera, rilanciando le ambizioni del club.
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La critica al mister si è fatta rovente dopo l’ennesima sconfitta stagionale, che sembra ormai condannare il Milan all’esclusione dalle competizioni europee tramite il campionato. Il malcontento dilaga tra tifosi e opinionisti, e anche Fabio Caressa ha voluto dire la sua. Durante un intervento televisivo, il giornalista ha ripercorso alcune tappe significative della gestione rossonera, individuando un preciso momento che, secondo lui, ha segnato l’inizio del declino. Caressa ha puntato il dito su una scelta tattica controversa, definendola il vero spartiacque tra un Milan competitivo e quello in crisi che oggi fatica a trovare un’identità in campo.
La sconfitta che allontana il Milan dall’Europa ha scatenato dure critiche a Conceição. Fabio Caressa, intervenuto a Sky Sport, ha individuato un momento chiave nella crisi: “Secondo me il disastro è iniziato dopo la Supercoppa. L’unica immagine diffusa è stata quella dell’allenatore col sigaro in bocca, arrivato il giorno prima. I giocatori saranno stati contenti? Secondo me no”. Caressa ha poi aggiunto che, pur potendo cambiare tutto con un derby o una Coppa Italia vinta, i numeri parlano chiaro: “Sette vittorie, sei sconfitte, nono posto. Come può non aspettarsi critiche un allenatore con questi risultati?”.
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