In un’intervista esclusiva rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’, Zvonimir ‘Zorro’ Boban ha condiviso le sue riflessioni e considerazioni riguardo agli ultimi avvenimenti che hanno interessato il mondo del calcio, la sua vita post-UEFA, e la situazione attuale del Milan, squadra della quale è stato sia un centrocampista di successo sia un dirigente. Le sue parole offrono uno sguardo intimo sulla sua relazione con il calcio, il Milan e sui suoi pensieri riguardanti le attuali dinamiche della squadra.
Dopo la sua esperienza lavorativa con l’UEFA, Boban ha trascorso gli ultimi otto mesi godendosi ciò che definisce una “vita normale”, circondato da famiglia e amici e dedicandosi ai suoi hobby, quali la lettura, il gioco delle carte e gli scacchi. Nonostante questo ritiro temporaneo dalla scena calcistica ufficiale, l’ex centrocampista milanista non ha mai perso interesse per il calcio, seguendo con passione le partite dei vari campionati.
Discussione particolare merita l’analisi attuale della squadra rossonera, specialmente sotto la guida dell’allenatore Paulo Fonseca. Boban manifesta preoccupazione per la mancanza di una visione chiara relativa al modello di gioco, evidenziando l’importanza di una formazione 4-3-3 con Ismaël Bennacer come punto di riferimento davanti alla difesa e non relegato in panchina. Ha espresso dubbi sulla collocazione di alcuni giocatori, come Tijjani Reijnders e Ruben Loftus-Cheek, ritenendo che non siano adatti a ricoprire ruoli creativi essenziali per l’organizzazione del gioco. Boban rimane però ottimista sulla capacità di Fonseca di adeguarsi e migliorare la situazione.
Commentando il comportamento di Theo Hernández e Rafa Leão nella partita contro la Lazio, Boban si mostra comprensivo verso gli sbagli compiuti dai giocatori, riconoscendo però la loro capacità di aver cambiato l’esito della gara con il loro impegno in campo. L’ex dirigente sottolinea la giovinezza e il potenziale di miglioramento dei due, fiducioso nel loro recupero e crescita.
Boban si esprime anche riguardo al ruolo attuale di Zlatan Ibrahimović nel Milan, rimanendo incerto sulle sue precise responsabilità all’interno della società. Pur ammirando il contributo di Ibrahimović alla squadra, critica la decisione di smantellare la squadra campione d’Italia e semifinalista della Champions League, considerandola un’opportunità persa per costruire un futuro solido.
Infine, Boban tocca il tema della sua amicizia con Paolo Maldini, descrivendola come profonda e destinata a durare per tutta la vita. Questa rivelazione testimonia non solo la forte connessione tra i due ex compagni di squadra ma anche il legame indelebile che li unisce al di là del rettangolo di gioco.
L’intervista di Boban si rivela essere un viaggio attraverso le sue esperienze, riflessioni e speranze per il futuro del calcio e, in particolare, per la squadra che ha segnato in maniera indelebile la sua carri
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