MOSCOW, RUSSIA - JUNE 19: Juan Carlos Osorio, coach of Mexico, talks with Rafael Marquez during a training session & Press conference at Training Base Novogorsk-Dynamo, on June 19, 2018 in Moscow, Russia. (Photo by Hector Vivas/Getty Images)
Rafa Marquez non se l’aspettava propriamente così la sua quinta partecipazione ad un Mondiale. L’ex difensore messicano dell’Hellas Verona è un vero e proprio recordman, poiché ha eguagliato Antonio Carbajal e Lothar Matthäus, ma la sua esperienza in Russia si sta rivelando alquanto singolare. E non per lo scarso impiego, poiché già alla vigilia della manifestazione iridata il 39enne centrale sapeva bene che non sarebbe stato ancora titolare, bensì per un fatto che con il calcio c’entra poco o nulla.
Finito nella blacklist del dipartimento del Tesoro degli USA, Marquez è costretto ad allenarsi indossando kit diversi da quelli dei compagni e non può nemmeno bere in bottigliette d’acqua di marca statunitense. Il perché è presto detto: nel 2017, il calciatore che per 7 anni ha vestito la maglia del Barcellona, è stato accusato di riciclaggio di denaro sporco proveniente dal narcotraffico. Accostato addirittura a Raul Flores Hernandez, il narcotrafficante attivo a Guadalajara, Marquez è stato per tanto tempo lontano dalla sua nazionale, nonostante non abbia mai avuto una vera e propria incriminazione.
Il difensore e recordman messicano ha sempre respinto ogni addebito al mittente, ma intanto le accuse mosse nei suoi confronti hanno portato al congelamento dei suoi beni e delle attività connesse con le sue aziende operanti negli USA. E non è tutto, perché tra le altre restrizioni che vigono nei confronti di Marquez c’è il fatto che la sua immagine non può essere accostata ad alcuna società americana. È per questo, dunque, che non può indossare le stesse maglie da allenamento dei compagni, né essere intervistato ufficialmente poiché sui tabelloni sono presenti marchi a stelle e strisce. Non può bere nelle stesse bottigliette dei colleghi e non potrebbe essere nominato migliore in campo poiché il riconoscimento è sponsorizzato da una birra statunitense.
Infine, per poter ottenere la propria parte di premio che la Fifa ha elargito al Messico per la partecipazione ai Mondiali di Russia 2018 (1,5 milioni di dollari totali), Marquez ha dovuto far passare i soldi attraverso banche europee per evitare gli istituti di credito americani.
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— Rafa Marquez (@RafaMarquezMX) 20 giugno 2018
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