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Napoli-Inter 2-1, la moviola: giusta l’espulsione di Nagatomo (Video-Foto)

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Al termine di Napoli-Inter un Roberto Mancini scuro in volto si è presentato ai microfoni per manifestare tutto il proprio disappunto per la direzione arbitrale di Orsato, con riferimento particolare ai due provvedimenti che hanno portato all’espulsione di Nagatomo al 44esimo minuto del primo tempo. Secondo l’allenatore dell’Inter, il suo giocatore avrebbe ricevuto due cartellini gialli per aver commesso “mezzo fallo“, prendendosela quindi anche con i moviolisti chiamati a commentare gli episodi chiave. Ai microfoni di Mediaset ha sbottato ascoltando l’analisi dell’ex arbitro Andrea De Marco, oggi per l’appunto moviolista, secondo il quale Orsato meritava di essere ‘promosso’ per la gestione della gara. Mettendo da parte quello che ha detto Mancini – che comunque potrete ascoltare nel video in cima al post – andiamo ad analizzare i due episodi incriminati.

La prima ammonizione di Nagatomo

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Al 35esimo minuto del primo tempo Nagatomo è stato ammonito per aver ostacolato la corsa di Callejon. Quando il terzino giapponese è arrivato in pressing sullo spagnolo, quest’ultimo aveva già ceduto il pallone ad Allan e si stava già girando su se stesso per scattare in profondità, probabilmente con l’intenzione di andare a chiudere il triangolo. Nagatomo, arrivato in netto ritardo, senza più guardare nella direzione del pallone, ha messo entrambe le mani sulla schiena di Callejon, difatti trattenendolo. Il regolamento del gioco del calcio spiega chiaramente cosa si intende per ‘trattenuta’: “trattenere un avversario consiste nell’atto di impedirgli di avanzare o di muoversi, facendo uso delle mani, delle braccia o del corpo“. In questo caso la trattenuta è finalizzata ad impedire a Callejon di scattare in profondità ed anche questa fattispecie è perfettamente inquadrabile nel regolamento: “se un calciatore trattiene un avversario per impedirgli di impossessarsi del pallone o di raggiungere una posizione vantaggiosa deve essere ammonito per comportamento antisportivo“.

Anche qualora Orsato avesse considerato quella di Nagatomo un’ostruzione e non una trattenuta, non cambierebbe la sostanza: “ostacolare la progressione di un avversario significa mettersi sulla traiettoria dell’avversario per ostruirlo, bloccarlo, farlo rallentare o costringerlo ad un cambio di direzione con il pallone non a distanza di gioco da entrambi i calciatori. Tutti i calciatori hanno diritto a prendere una posizione sul terreno di gioco; trovarsi nella traiettoria di un avversario non è lo stesso che ostacolare la sua progressione mettendosi nella traiettoria“. Nagatomo nell’occasione ha scelto di andare ad occupare la traiettoria di Callejon avvicinandosi a lui dopo aver visto che lo spagnolo si era già liberato del pallone. Anche in questo caso il cartellino giallo è contemplato dal regolamento quando un giocatore “commette un fallo con il fine tattico di interferire o di interrompere una promettente azione d’attacco“. Questo è esattamente quello che ha fatto Nagatomo quando ha deciso di disinteressarsi del pallone che si trovava già in un altro punto del campo.

Indubbiamente Callejon ha accentuato la sua caduta, ma questo è di importanza secondaria. Quando Nagatomo gli piomba addosso – toccandolo tra l’altro anche con il ginocchio sul gluteo sinistro – il giocatore del Napoli è in equilibrio precario perché si sta girando su se stesso per prendere in controtempo l’avversario. Nagatomo, essendo arrivato in ritardo di almeno un tempo di gioco, avrebbe dovuto arrestare la sua corsa o comunque non avrebbe dovuto frenarsi appoggiandosi sull’avversario. Il provvedimento è ineccepibile, come anche la scelta di estrarre il cartellino giallo solo al termine dell’azione senza arrestare prima il gioco.

La seconda ammonizione di Nagatomo

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La seconda ammonizione di Nagatomo è stata invece comminata al 44esimo minuto del primo tempo. Benché Mancini abbia liquidato questo episodio definendolo “un mezzo fallo“, la decisione di Orsato è ancora più inoppugnabile. Nagatomo è entrato in scivolata su Allan che si era già lanciato il pallone in avanti, intervenendo senza avere nessunissima possibilità di intercettarlo. Poco importa che il giapponese non abbia steso le gambe per evitare un impatto violento (in quel caso l’espulsione sarebbe stata diretta). Anche questa è una “condotta antisportiva” e merita di essere punita con un calcio di punizione e un cartellino.

Stefano Capasso

Sono un giornalista pubblicista residente a Bologna. La mia collaborazione con Blogo è iniziata nel giugno del 2009 con il magazine CalcioBlog.it. Sfruttando la mia passione per molti altri sport oltre al calcio, dal luglio 2012 ho iniziato a scrivere anche su OutdoorBlog.it in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012.

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