La Federazione Italiana Giuoco Calcio rischia sanzioni per il caos dei calciatori bloccati in bolla dalle Asl e che quindi non possono rispondere alle convocazioni delle proprie nazionali. Una confusione della quale non si vede il motivo, poiché anche durante le precedenti soste c’erano squadre italiane in isolamento fiduciario eppure i rispettivi calciatori hanno potuto rispondere alle convocazioni delle rispettive selezioni. Ci sono dei protocolli ben definiti che sono applicati in tutte le altre federazioni e il presidente federale Gabriele Gravina non si capacita del perché stavolta in Italia qualcuno abbia deciso di fare diversamente. “Sono preoccupato per il mancato coordinamento di alcune Asl – ha dichiarato a margine del Consiglio Federale di oggi – perché la mancata disponibilità di calciatori a livello internazionale comporta delle sanzioni. Ci siamo mossi con i ministri competenti. L’Italia da questo punto di vista non sta facendo una bella figura internazionale”.

Figc: diplomazie al lavoro per evitare sanzioni

Una brutta figura a livello internazionale cui potrebbe seguire la beffa di sanzioni a livello di nazionale e club. Le altre federazioni stanno facendo pressione sul calcio italiano affinché sblocchi la situazione, ma a questo punto il “palazzo” si attende una presa di posizione dalla politica. Quella politica che più volte si è espressa relegando il calcio, una delle prime cinque industrie del Paese, che dà da mangiare a decine di migliaia di famiglie, come un’attività non necessaria. “Avere pressione da altre federazioni in questo momento in cui dovremmo dare un segnale di partecipazione… Siamo l’unica federazione in Europa che ha problemi di questo tipo”, ha aggiunto Gravina quasi sconsolato.

È stata una giornata intensa quella delle istituzioni calcistiche italiane, soprattutto a livello diplomatico. Si lavora con l’Uefa, la Fifa e le altre federazioni per evitare che la situazione degeneri e per uniformare le procedure in caso di isolamento fiduciario, o bolla. Fin qui lo sforzo, anche da parte dei club, è stato massimo per consentire gli spostamenti dei propri tesserati in sicurezza e anche se si possono avere dubbi sula necessità di una competizione come la Nations League in questo periodo, il programma non si può di certo cambiare in corsa.

A questo punto, è lecito dubitare anche della possibilità che il campionato italiano arrivi a naturale termine. A tal proposito, lo stesso presidente Federale Gravina ammette di avere almeno altri due piani alternativi. “Esiste un piano B e anche un piano C. Li teniamo per noi, ci sono confronti costanti e continui con le diverse leghe e ipotesi alternative in base alle possibilità, che ci presenterebbe il calendario. Siamo in emergenza, la riflessione che bisogna fare è cercare di essere preparati a fronteggiare momenti più critici che si potrebbero prospettare all’orizzonte, anche se l’ottimismo deve esserci sempre nella nostra programmazione. Il problema – conclude – a quel punto non sarebbe solo il calcio”.

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ultimo aggiornamento: 09-11-2020