ROME, ITALY - NOVEMBER 22: Paul Pogba of Juventus FC celebrates after scoring the opening goal during the Serie A match between SS Lazio and Juventus FC at Stadio Olimpico on November 22, 2014 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
Paul Pogba a tutto campo in un’intervista natalizia al Corriere della Sera. Il francese della Juventus ha già dimenticato la delusione di Doha per concentrarsi sulle feste di Natale in famiglia e sul futuro. Suo e dei bianconeri, ancora in corsa in Champions League, primi in campionato e che entreranno in gioco a gennaio in Coppa Italia.
“Io voglio sempre vincere, anche a ping pong. In Europa possiamo pensare in grande: è tutta una questione mentale. Se abbiamo un po’ di fortuna, se sfruttiamo le debolezze altrui, può davvero accadere qualcosa di speciale. Il Borussia Dortmund viene da tre stagioni eccezionali, la partita non l’abbiamo vinta prima di giocare. Però, possiamo andare avanti”.
Non si sbilancia sulle differenze tra Conte e Allegri:
“Non so se urla meno il secondo. Hanno sicuramente filosofie diverse. Che effetto mi fa il coro ‘non si vende Pogba’ da parte dei tifosi della Juve? Mi rende orgoglioso”.
Mino Raiola, l’agente del Polpo, lo ha paragonato a Monet. Lui si schermisce:
“Non lo conoscevo, ma poi sono andato a vedere i suoi quadri. Ci sono tanti altri artisti prima di me: Andrea Pirlo e Gigi Buffon per esempio. Se avessi 150 milioni da spendere porterei alla Juve Ronaldo il Fenomeno e Diego Maradona”.
Il Mondiale giocato l’estate scorsa:
“Sognavo di andarci. E’ stata un’esperienza straordinaria. Non si va a un Mondiale per partecipare, ma per arrivare in fondo. Tutte le esperienze mi regalano emozioni, del resto faccio un mestiere di cui sono innamorato e che mi fa guadagnare bene: sento di dover dare a chi ha meno di me. Vorrei aiutare chi ha bisogno”.
Il Manchester United e il razzismo:
“Non avevo firmato e avevo detto di no a Ferguson. Nessun giovane lo aveva mai fatto, passavo per un rivoluzionario. Il razzismo c’è ovunque, purtroppo, però non mi tocca. Chi mi urla ‘negro’ per me è ignorante e basta. E comunque questo è il colore della mia pelle e non posso cambiarlo”.
La vita privata, la famiglia, l’Italia e il ballo infine:
“Fidanzato? Ho la ragazza. Una famiglia? I bambini sono il futuro, mi piacciono molto. Per me la famiglia è fondamentale. Dell’Italia mi piace il cibo: la pasta cotta alla perfezione si trova solo qui. Dev’essere la tradizione, forse una faccenda di dna. In Francia non sono mai riuscito a mangiarla così. A casa guardo la tv. Qualche volta esco, mi piace andare al parco, giocare, cucinare e riposarmi. Ballo di tutto e sempre, anche sotto la doccia. Tutti sanno che sono un ballerino, ce l’ho nel sangue. Anche questo l’ho preso da mamma. Per Natale torna a casa e via, in pista. Significa che siamo contenti della vita che abbiamo”.
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