Il Milan inciampa ancora una volta in una stagione che sta davvero diventando un incubo per i tifosi rossoneri. Con la terza sconfitta consecutiva, il quarto posto si allontana sempre di più, e l’aria di crisi attorno alla squadra è palpabile. I fischi di San Siro testimoniano un rapporto ormai rotto tra i tifosi e la squadra. Come se non bastasse, Leao ha deciso in mattinata di “sfidare” il pubblico rispondendo a quanto accaduto contro la Lazio con un messaggio sui social, un gesto che ha acceso nuove polemiche e ulteriormente alimentato il malcontento. La situazione sembra precipitare, e la pazienza dei tifosi è sempre più sottoposta a pressione.
Oltre ai fischi piovuti sui giocatori in campo e sulle scelte della società, sono arrivate anche critiche feroci da parte degli addetti ai lavori. Non ha fatto eccezione il grande ex rossonero Arrigo Sacchi, che, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, ha demolito il Milan e la società con parole forti. La sua analisi è stata quanto mai approfondita, offrendo un quadro della situazione che, purtroppo, risulta molto chiaro e, al contempo, poco rassicurante. Sacchi ha evidenziato aspetti decisamente forti, sia in merito alla squadra che alla società.
“Quello che mi ha sorpreso, osservando il Milan, è che c’è stata troppa confusione, un’esagerata frenesia che ha determinato uno sviluppo della manovra decisamente poco pulito. A volte i rossoneri acceleravano, a volte rallentavano, ma senza che tutto ciò rientrasse in un preciso piano tattico”. Esordisce così Sacchi commentando la sconfitta del Milan contro la Lazio. Prosegue poi sottolineando che “ora, considerando le condizioni del Milan attuale, è difficile che possa rientrare nella volata per un posto in zona Champions. Il guaio è che, così giocando, il club perde fascino, scontenta il pubblico, crea polemiche che non fanno bene alla costruzione del futuro. Resto convinto del fatto che tutto dipende dalle decisioni prese in estate, in sede di mercato. Decisioni che ho sempre giudicato sbagliate, perché è stato ingaggiato un allenatore (Fonseca) che non aveva la totale fiducia dei dirigenti e perché sono stati acquistati giocatori che non erano funzionali al suo progetto di gioco. In simili condizioni, è difficile poter fare bene. E Conceiçao ha ereditato una squadra che lui non aveva costruito e alla quale, finora, non è riuscito a dare il proprio stile”.
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