Parma, ITALY: (FILES) -- A file photo taken 06 February 2005 shows Inter Milan's forward Christian Vieri celebrating after scoring a goal against Parma, during their Italian serie A football match in Parma. AC Milan 05 July 2005 signed Italian international striker Christian Vieri from city rivals Inter Milan on a two-year deal. The 31-year-old parted company with Inter Milan 01 July when the Italian first division side released him from the final year of his contract. AFP PHOTO/NICO CASAMASSIMA (Photo credit should read NICO CASAMASSIMA/AFP/Getty Images)
La Corte d’Appello conferma le responsabilità di Inter e Telecom ma Christian Vieri si vede ridurre drasticamente il risarcimento danni. Una beffa per l’ex bomber, che dovrà restituire il milioni di euro che gli era stato riconosciuto come risarcimento dal tribunale nel 2012. Quando giocava nell’Inter, Vieri fu tra le vittime dei cosiddetti “dossier illegali”: una brutta storia di intercettazioni e pedinamenti, alle quali il giocatore fu sottoposto per mandato del club nerazzurro attraverso Telecom. La Corte d’Appello ha confermato le responsabilità già emerse nella sentenza di primo grado, ma ha ricalcolato il risarcimento.
A Vieri andranno solamente 80 mila euro di danni, che si divideranno sostanzialmente la società ora presieduta da Erick Thohir e il colosso delle telecomunicazioni. A settembre del 2012, l’ex attaccante nerazzurro, Bobo Vieri aveva ottenuto un’importante vittoria nella causa civile intentata contro Inter e Telecom, per essere stato spiato dalla security di Tlc guidata da Giuliano Tavaroli. Vieri, lamentò il fatto di essere caduto in uno stato depressivo in seguito allo spionaggio e aveva chiesto un risarcimento danni da 12 milioni a Telecom e 9,5 all’Inter.
Il risarcimento accordato in primo grado fu invece di 1 milione di euro, del quale ora Vieri dovrà restituirne 920mila euro. La seconda sezione civile della Corte d’Appello di Milano, infatti, ha confermato “la responsabilità sia di Telecom spa che di Fc Internazionale in relazione all’illecita attività posta in essere”, ma ha puntualizzato che “il controllo sulla persona di Vieri si è verificato in due distinti periodi” ed è durato solo alcuni mesi, e non anni, come recita la sentenza di primo grado. Inoltre, il Tribunale in primo grado non ha spiegato come è stato calcolato il danno e per questo vizio non potranno essere liquidati a Vieri i “danni ‘punitivi'” nonostante la “gravità oggettiva delle intrusioni”.
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