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Zille: “Theo e Leao? In quel momento hanno messo loro stessi davanti al Milan”

La bordocampista di DAZN Federica Zille critica il comportamento dei due uomini più rappresentativi dei rossoneri per un motivo ben preciso.

MilanNews ha intervistato Federica Zille per chiederle numi sull’assenza di Theo Hernandez e Leao dal cooling break. “Io sono per la sacralità dello spogliatoio. Se c’è qualche problema con l’allenatore, se non dovessero aver gradito l’esclusione dal primo minuto, è loro diritto esprimerlo ma fa male alla squadra che avvenga davanti alle telecamere, che avvenga durante una partita. Theo poi in qualche modo ha buttato acqua sul fuoco nel post partita dicendo che si inventano tante cose, che non ha nulla contro l’allenatore e la squadra, che semplicemente era entrato da troppo poco, però danno una brutta immagine all’esterno. Danno anche un brutto messaggio ai compagni, perché si sono distaccati non solo da Fonseca in quel momento ma dal gruppo. Hanno agito da singoli e non da squadra, per il bene del Milan non deve succedere”. 

Rafael Leao e Theo Hernandez

Le giustificazioni al caso del cooling break

“Sono delle spiegazioni, sia quelle di Theo che quelle di Fonseca, per provare a riportare la questione all’interno dello spogliatoio e non davanti davanti alle telecamere, che è anche comprensibile. Certo che la scena è abbastanza evidente e parla da sola. Anche Musah e Abraham erano entrati un paio di minuti prima e sono andati comunque ad ascoltare l’allenatore. Sia Theo che Leao sono andati a recuperare le bottigliette dall’altro lato del campo, ma soprattutto essendo un time-out l’allenatore parla alla squadra, parla a tutti. È vero che loro le indicazioni le avranno avute qualche minuto prima, ma vale lo stesso discorso di coesione di gruppo e di immagine anche per un Musah ed Abraham”. 

L’accusa

“Sono i giocatori da più anni in rossonero, dal valore più alto. Sono due giocatori per cui da maggio in poi Furlani, Ibrahimovic, si sono spesi per dire: “Questi non partono”, insieme a Maignan. Se da loro parte un’immagine diversa da qualla di gruppo coeso è un problema, ripeto sempre per il bene della squadra. In quel momento, loro, non hanno messo davanti il Milan, ma se stessi”. 

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