Ieri l’inizio della polemica con un lancio Ansa intorno alle ore 20. In esso si legge che “il presidente del Milan Silvio Berlusconi ha avuto un colloquio con la figlia Barbara che ha chiesto al padre un deciso cambio di rotta nella gestione della società, notando che nelle ultime due campagne acquisti il Milan non ha speso poco ma male”. Il senso di tali frasi non sfugge a nessuno: Barbara Berlusconi ha chiesto un cambio a livello dirigenziale che coinvolge anche l’a.d. Adriano Galliani, da 27 anni braccio destro del Cavaliere nel mondo del calcio.
I capi di accusa rivolti al management attuale sono i seguenti: mancata programmazione; assenza, a differenza di altre squadre italiane, di una moderna rete di osservatori che vada a caccia dei migliori talenti prima che diventino top player; campagna acquisti e cessioni estiva sbagliata e che non ha tenuto conto delle indicazioni della proprietà.

Tutti elementi che in effetti trovano un riscontro nella realtà e che a più riprese (in particolare dopo l’ultima sconfitta interna contro la Fiorentina) i tifosi hanno rinfacciato alla società.
La Berlusconi, che al momento nell’organigramma societario del Milan riveste il ruolo di consigliere con delega ai progetti speciali, poco dopo precisa di non aver “mai chiesto il cambiamento dell’ad Adriano Galliani” assicurando che “nei numerosi colloqui telefonici con mio padre dopo la sconfitta con la Fiorentina ho chiesto semplicemente un cambio di filosofia aziendale per il Milan”.

Confermato Massimiliano Allegri sulla panchina (ma le gare contro Barcellona e Chievo sono assolutamente decisive per il suo futuro), si rincorrono le voci di un cambio a livello dirigenziale, dove la Berlusconi starebbe portando avanti una guerra anche di natura generazionale. Così, secondo le indiscrezioni diffusesi nelle ultime ore, Silvio Berlusconi (su impulso della figlia) avrebbe contattato Paolo Maldini per offrirgli un posto da dirigente in società.

Considerati i cattivi rapporti tra l’ex terzino sinistro e l’attuale a.d., difficilmente si può immaginare che i due possano coesistere e quindi si rafforza l’idea di un passaggio di testimone, sebbene sia probabile che Galliani resti in società ma con un incarico ridimensionato. Altro ostacolo è rappresentato dalle acredine tra l’ex capitano rossonero e la curva Sud, che lo contestò addirittura nella gara con la quale diede l’addio al calcio.

Da casa Milan non arrivano commenti a tali voci, anche perché ora la priorità è il match di Champions League con il Barcellona.

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Rassegna stampa 4 novembre 2013: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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