In questo momento l’Inter si muove sul mercato in maniera abbastanza trasparente, affidandosi a uomini che giocano a carte scoperte dovendo di fatto far riferimento al nuovo proprietario di maggioranza Thohir. La situazione è questa perché lo scenario è di quelli che si potevano prevedere, ovvero chiunque venga contattato per nome e per conto dei nerazzurri chiede preventivamente di poter verificare se chi c’è alle spalle ne ha titolo. Di fatto gli uomini storici di Moratti, con la sola esclusione di Ausilio, in questo momento non vengono ritenuti credibili in sede di dialogo e trattativa.

Ecco perché quindi su Guarin e Ranocchia, cercati da club importanti, le voci trapelano in fretta e piuttosto precise. Lo stesso discorso avviene sul mercato in entrata, adesso ancora piuttosto confuso ma con con nomi che sono effettivamente quelli annotati dai nuovi vertici e solo in parte concordati con Mazzarri. Gente esperta e gente giovane. In questa ultima casella va inserito per forza Alen Halilovic, stella e fantasista offensivo dell’Hajduk Spalato, forse il miglior classe 1996 dell’intera Europa. Anzi, senza forse per quanto visto finora. Un’operazione dura ma non impossibile, che vale tutto compreso quasi 30 milioni di euro tra cartellino (22 circa), ingaggio (5,5 milioni in 3 anni la richiesta) e commissioni varie tra mediatori e contributi di solidarietà da calcolarsi a pioggia.

Il ragazzo disse no al Tottenham, cioè a Baldini, la scorsa estate proprio il giorno precedente l’eventuale firma per il club londinese che con l’Hajduk aveva trovato un accordo a 16 milioni con bonus ulteriori di pari passo con l’impiego e le prestazioni. Ora il giovane asso, capace anche di agire da esterno offensivo e grande assist man, vuole partire. Anche a gennaio. Se ne è convinto anche il padre, ex calciatore anche lui e tecnico delle giovanili del club, e l’Inter potrebbe approfittare del fatto che Real Madrid e Chelsea esitano nonostante a parole in passato lo abbiano quasi bloccato, e che la Juventus a queste cifre s’è defilata. Chiaro che però servono sacrifici, cioè cessioni, ma aspettare giugno sarebbe un autogol se l’intento è quello di affiancare un secondo astro nascente croato al fianco di Kovacic.

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