Massimo Ferrero si riprende nuovamente la scena: il vulcanico presidente sampdoriano ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano ‘Il Corriere dello Sport’ nel corso della quale ha avuto modo di toccare diversi argomenti. Dal futuro del calcio italiano al ruolo che vuole recitare la sua Sampdoria, dal rapporto con gli altri colleghi all’antipatia per Andrea Agnelli, presidente della Juventus nei confronti del quale non era stato molto tenero già alcune settimane fa, dopo aver subito un deferimento per frasi razziste nei confronti di Erick Thohir.
L’intervista non può non partire dalla riforma della Serie A voluta fortemente dal presidente Figc Carlo Tavecchio e dal suo braccio destro Claudio Lotito: dall’anno prossimo rose di 25 giocatori e almeno 8 calciatori provenienti dai vivai (4 dal singolo club, 4 da qualunque altro vivaio italiano).

“E’ una norma – ammette Ferrero – che era stata discussa all’interno della Lega Serie A. Non c’è stata una spaccatura, ma una divergenza di idee, tra i 16-17 club e gli altri. Chiamiamola cordata, quella di Lotito. Claudio lo conosco, a volte lui rappresenta quello che non è. Lavora davvero 25 ore al giorno per darsi da fare, solo che lo rappresenta nel modo sbagliato. Certo, se 16-17 società vanno appresso a Lotito, non è che sono tutti cretini… “.

Tra i più strenui avversari del nuovo corso targato Tavecchio e Lotito, c’è la Juventus di Andrea Agnelli, uno che a Ferrero non va particolarmente a genio. Qualche settimana fa, quando scattò il deferimento per la frase sul “filippino” Thohir, il patron blucerchiato se la prese proprio con Agnelli, reo “di fare sicuramente di peggio, ma di non subire provvedimenti perché ha i giornali”.

“La Juve è la Juve – insiste Ferrero – , ha una supremazia, loro si sentono… la Juve, non c’è altro modo per dirlo. Io sono figlio di un tranviere, Agnelli è figlio di uno che ha costruito la Fiat. Vuole prendersi tutto senza lasciare niente, e non va bene. Penso che ci dovrebbe essere più equilibrio, anche nei diritti tv. Andrea è un bravissimo ragazzo, l’ho conosciuto. Solo che, essendo nato e cresciuto alle Orsoline… Gli altri sono tutti “improbabili” per lui”.

Se con Agnelli c’è un rapporto puramente “formale”, meglio va con Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli con il quale Ferrero condividerebbe diverse idee per il futuro del calcio italiano. Quanto a Cairo, rivela, sta ancora aspettando i soldi da devolvere alla ricerca sulla Sla:

“Con lui ho un rapporto bellissimo, lo conosco da quando ero piccolo. E’ un po’ stanco di questo calcio, però è come me, vuole vincere, sempre. E’ un grande uomo anche se non ascolta, quando gli dici una cosa che non gli piace sul momento ti odia. Roma? Non parlo inglese, non so rispondere. Cairo lo amo, è fortissimo. Lo chiamo e gli dico: c’è da dare fondi per la ricerca sulla Sla, tutti si fanno la doccia ghiacciata per pubblicità ma che ne dici di darmi anche una tua quota per Samp-Torino e devolviamo tutto? Lui mi fa: “non c’è problema”. Invece, li avete visti voi i soldi? Nemmeno io… Uno simpatico è Preziosi, un bambino nel corpo di un grande. Galliani è il mio mito, mi fa ridere troppo. Della Valle non lo conosco, ma penso che sia un genio. Zamparini? Rappresenta il suo flauto, se la suona e se la balla. E se non gli piace come suona, se la prende con il registratore… Ha detto in tv che io avevo “culo”. E lui no? Quello ce l’abbiamo tutti, fa parte del corpo umano. Dice che non capisco di calcio? Può avere ragione, che ne capisco niente o meno di lui. Però se lui fosse un genio come vuol far sembrare, forse avrebbe vinto qualcosa. Invece cerca un messicano che si compri la squadra”.

Ottimista per natura, Massimo Ferrero non può che vedere un futuro roseo per la Sampdoria. Il patron blucerchiato non si sente affatto il numero uno di una società minore, parla addirittura di scudetto e blinda il tecnico Sinisa Mihajlovic, fin qui corteggiato da diversi top club, tra cui anche Juve e Inter:

“Cercherò di fare una cosa molto bella – continua – , con il lavoro di tutti. A Bogliasco c’era una palestra con pochi attrezzi, ne ho fatto una meravigliosa. Voi pensate solo ai bacini d’utenza, ma quando la Sampdoria ha vinto lo scudetto, il bacino non era più grande di quanto lo sia oggi. Vincere è ancora possibilissimo, in questo campionato più degli altri. A parte Roma e Juve, c’è il Napoli con grandi calciatori, ma poi? L’Inter con noi ha vinto con un rigore al novantunesimo… Mihajlovic? Stiamo insieme solo da cinque mesi, è chiaro che vorrei che restasse con me a lungo, come Boskov con Mantovani, per vincere insieme. Il calcio non è una scienza esatta. Al mio allenatore voglio bene e so che ha le qualità per un grande club. La stima reciproca è libertà e civiltà. Se sua moglie si innamora di un altro, se la tiene o la lascia andare? Ognuno deve fare la propria strada”.

Per la prossima stagione si parla del possibile ritorno di Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini, ma uno dei punti fermi della Samp del futuro sarà Okaka, già richiesto dal Milan:

“Cassano? Penso sia il più grande calciatore italiano che ci sia in questo momento. Cassano ha avuto la possibilità di stare alla Sampdoria, ora devo guardare avanti ai tanti Cassano che crescono. Gli voglio bene e ogni tanto ci scriviamo dei messaggi. Lui mi stuzzica molto. E’ molto intelligente e preparato. Come si dice, mai dire mai. Ma dalla prossima estate, escluse eccezioni particolari, non acquisteremo giocatori al di sopra dei 28 anni, la fascia d’età dei campioni. Non voglio capire niente di calcio, come dice Zamparini, ma l’idea è mandare in campo i ragazzi a 16 anni. Okaka? È mio e guai a chi me lo tocca. Non lo vendo a gennaio e stiamo incontrando il suo procuratore per trattare il contratto. Se poi ce lo chiede il Real, lo mando a Madrid. Se la società non viene penalizzata, io accontento i miei ragazzi. Il mercato di gennaio? Abbiamo in mente qualcosa, abbiamo individuato il giocatore. Ma se uno lo dice – conclude – , poi si alza il prezzo”.

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ultimo aggiornamento: 22-11-2014


Rassegna stampa 22 novembre 2014: prime pagine Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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