Il presidente dell’AIA Carlo Pacifici ha parlato al Memorial Orlandini in Campidoglio della nuova legge sul lavoro sportivo, manifestando qualche dubbio su di essa. Di seguito le sue parole.
«Questa nuova legge sul lavoro sportivo mi preoccupa. Noi arbitri non lavoriamo nello sport, ma lavoriamo per lo sport. Ci sentiamo e siamo volontari per il calcio, e non possiamo essere considerati lavoratori sportivi solo perché prendiamo un gettone di presenza che a malapena copre le spese. Sono convinto che potremmo trovare una soluzione con il Ministro per lo Sport, Andrea Abodi. Dobbiamo mettere fuori dalla porta i violenti, non giustificarli. Non sono 400 persone che fanno il futuro del nostro calcio. Devono uscire fuori dal nostro mondo. Vogliamo che il calcio rimanga uno sport pulito. Ci troviamo di fronte a preoccupante disagio giovanile e sociale. Ecco perché come presidente dell’Aia devo portare alta la preoccupazione verso alcune problematiche. Ad esempio, il fatto che non riusciamo spesso a entrare nelle scuole per portare la nostra esperienza di campo, il rispetto delle regole, dell’impegno. Il fatto che le scuole ci chiudano la porta mi preoccupa»
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