Portiere azzurro in Italia-Germania 4-3, Ricky Albertosi ha affidato al Corriere della Sera il suo ricordo di Franz Beckenbauer.
ELEGANZA – «Era elegantissimo. E la facilità con cui giocava e la sua visione complessiva erano innate. Toccava la palla due volte, difficilmente dribblava l’avversario e così facendo rendeva tutto più semplice anche per i suoi compagni. Era un calcio che poteva sembrare facile, ma era redditizio al massimo».
ITALIA-GERMANIA 4-3 – «Lui era quello che faceva girare tutto il gioco dei tedeschi, anche quello offensivo, perché saliva molto con la palla al piede: non segnava così spesso, ma i gol li faceva fare. Anche perché aveva un senso della posizione incredibile: sapeva già dove dare la palla prima che gli arrivasse».
ERA GIA’ UN LEADER PRIMA DI DIVENTARE CAPITANO – «Certo. A differenza nostra, che ce la siamo conquistata ogni giorno, lui una finale l’aveva già giocata quattro anni prima in Inghilterra. In Messico era ancora giovane, ma si muoveva come un veterano. Ed era un difensore molto corretto: anche questo è stato un suo marchio di fabbrica, perché lo stile non lo perdeva mai»
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