[blogo-video provider_video_id=”hwMOiQAtjv8″ provider=”youtube” title=”20 marzo 1933 – Nasce Azeglio Vicini – Almanacchi” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=hwMOiQAtjv8″]
Tra i tanti commissari tecnici della Nazionale Italiana, Azeglio Vicini è stato il simbolo indiscusso quale allenatore degli azzurri: iniziò a collaborare con Valcareggi fin dagli anni ’70, ha partecipato alla bellezza di 6 Mondiali e ha fatto vibrare, insieme ai suoi ragazzi, i cuori di milioni di italiani durante le notti magiche dell’estate ’90. Nato a Cesena 81 anni fa, da calciatore Vicini fu un ottimo centrocampista con le maglie del Vicenza, della Sampdoria e del Brescia; proprio nella città lombarda a fine carriera mise le tende e iniziò anche la sua avventura da allenatore, non riuscendo però a salvare le Rondinelle in uno sfortunato campionato di Serie A 1967/68.
Metabolizzata la delusione entrò a far parte del Settore Tecnico della FIGC a soli 35 anni e fu allora che cominciò un’avventura più che ventennale coi colori azzurri: nel ’75 gli fu affidata la conduzione dell’Under 23, un anno dopo si mise in sella all’Under 21 ma nel contempo era anche l’assistente di Furio Valcareggi prima e di Enzo Bearzot poi che accompagnò in ben cinque spedizioni mondiali. Poi dopo il deludente risultato di Messico ’86, la Federazione gli propose la conduzione tecnica della Nazionale maggiore e dopo un buon Europeo tedesco nel 1988 (sconfitta in semifinale contro la Russia) si presentò alla guida dell’Italia nei mondiali casalinghi del 1990.
Furono davvero notti magiche grazie a una squadra che non aveva un blocco ma che piuttosto rappresentava tutti i club e quindi la nazione intera: contro l’Argentina di fronte alla tv c’erano 27 milioni di tifosi, purtroppo per quella squadra e per Azeglio Vicini il sogno svanì ai rigori contro Maradona e Caniggia. La mancata qualificazione ad Euro ’92 decretò la fine dell’avventura del tecnico cesenate sulla panchina azzurra (a sua detta Berlusconi spingeva per l’avvicendamento con Sacchi), e dopo un paio di esperienze agrodolci con Cesena e Udinese decise di smettere la tuta da allenatore per dedicarsi alla presidenza del Settore tecnico della Figc fino al 2010. Oggi vive a Brescia insieme alla moglie Ines e ai tre figli che l’hanno reso nonno.
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