“Il regno di Messi è un muro con delle crepe. L’attacco del Milan, Boateng-El Shaarawy-Niang un mostro a tre teste. A tre creste. Volendo, a tre martelli. Ancora qualche colpo e la fine del Barcellona coinciderà con l’inizio del Milan“. Sono state queste la parole usate da Alessandro Alciato di Sky Sport in un servizio su Barcellona – Milan realizzato alla vigilia dell’ottavo di ritorno giocato e perso 4-0 dai rossoneri questa sera. Praticamente tutti i media italiani erano a dir poco ottimisti; vedere il Milan qualificato ai quarti di finale era ritenuto più che fattibile. Esaltazione assoluta per quasi tutti i giocatori di Allegri, anche per quelli che fino a poco tempo fa venivano messi ampiamente in discussione come il colombiano Zapata.
Chiaro che in tutte (o quasi) le esternazioni dei giornalisti ci fosse anche un briciolo ‘orgoglio patriottico’, nella speranza che fosse proprio una squadra italiana a riuscire nell’impresa di eliminare i favoritissimi catalani, ma evidentemente più di qualcuno si è lasciato prendere eccessivamente dall’entusiasmo. Definire il Barcellona “un muro pieno di crepe” come fosse una squadra allo sbando totale, dopo solo qualche partita andata storta, è risultato paradossale, anche se non quanto “la fine del Barcellona” che “coinciderà con l’inizio del Milan“.
Con il massimo rispetto per i giocatori rossoneri che compongono la rosa attuale, qualcuno sembra essersi dimenticato del Milan di qualche anno fa. Quello sì davvero straordinario. Alcuni giovani del Milan di oggi sono sicuramente dei bei prospetti per il futuro, ma sono ancora molto lontani dal diventare protagonisti assoluti in Europa (se mai lo diventeranno).
Nessuno aveva fatto i conti con il Barcellona, che non starà attraversando un momento di grande brillantezza, come dimostrato nella gara d’andata, ma che di fatto ha già vinto il campionato nel mese di dicembre mentre, ad esempio, il Milan è attualmente terzo in Serie A a -11 dalla Juventus, anch’essa decisamente lontana dai catalani sotto il profilo qualitativo. Il Barcellona poi ha in squadra un giocatore che si chiama Lionel Messi, capace di vincere da solo campionati e coppe, che questa sera ha spazzato via l’ennesimo tabù secondo il quale “non segna alle italiane se non su rigore“, frase che i media italiani ci hanno ripetuto fino alla nausea nell’ultimo mese, decantando allo stesso tempo le straordinarie doti tattiche di Mexes e Zapata.
Poi, parlando della partita, il Milan sarebbe anche potuto riuscire nell’impresa, ma ci sarebbe voluta una buona dose di fortuna; indispensabile per una squadra quantomeno acerba per lottare alla pari con una corazzata del valore del Barcellona.
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