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Sannino ha salutato il Watford per un club di Serie A

Ci sono cose, nel calcio, che trascendono la logica apparente. E se l’addio di Conte alla Juventus s’è preso tutti i titoli e prenotato i commenti degli esperti per tutta la prossima Serie A (Nazionale inclusa), lo stesso non si può dire di Giuseppe Sannino, ex allenatore tra le altre di Varese, Siena e Palermo: il 31 agosto il tecnico di origini napoletane ha dato le dimissioni dalla guida del Watford della famiglia Pozzo, nonostante la vittoria e il secondo posto provvisorio in Championship. L’obiettivo dichiarato della proprietà è quello di ottenere la promozione in Premier League a tutti i costi, quindi allora perché questo gesto?

Si sa, nel calcio le voci spesso perdono di controllo nel passaparola generale, anche quello tra gli addetti ai lavori. Ma nel caso di Sannino c’è una voce che lascia intendere la possibilità che l’allenatore abbia già alle spalle chi è pronto ad affidargli una panchina abbastanza importante. Storie di vecchie conoscenze e stima reciproca. E storia di un nuovo rapporto che si sta logorando senza che fuori se ne percepisca nulla: nella fattispecie, quello tra Mandorlini e il Verona, con il tecnico non totalmente soddisfatto dalla gestione della campagna acquisti e soprattutto dai nuovi obiettivi europei fissati dalla società che ha scelto poi di reinvestire più sugli ingaggi che sui cartellini (vedi i casi di Rafa Marquez e Javier Saviola).

E quindi ecco che spunta il vecchio amore tra Sannino e il direttore sportivo Sogliano, amore che risale alla cavalcata trionfale di due categorie, con Serie A sfiorata ai playoff, proprio ai tempi di Varese. Insieme dovevano essere anche a Palermo, dove Sogliano lasciò anzitempo e Sannino si trovò a combattere contro tutto e tutti, ovvero contro uno Zamparini che aveva ovviamente dalla sua i calciatori. Sarà importante quindi seguire bene queste prima 10 giornate degli scaligeri, formazione rivelazione della passata stagione, per capire se è già tempo di cambiamento e rinnovamento. Mentre per Mandorlini ormai la stima di tanti club affermati di A è consolidata, inferiore tra gli emergenti soltanto forse a quella di cui gode Vincenzo Montella.

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