Giuseppe Bergomi, ex difensore dell’Inter, ha rilasciato ieri alla TV svizzera alcune dichiarazioni che stanno facendo molto discutere. L’attuale commentatore TV di ‘Sky Sport’ è stato ieri ad Expo, dove è stato raggiunto da una troupe televisiva elvetica di RSI a margine di un convegno sullo sport. Nessun pelo sulla lingua da parte di Bergomi che ha affrontato anche l’argomento scottante del doping e dei farmaci nel calcio:

“I messaggi che sono usciti sono messaggi importanti, per ottenere determinati obiettivi non devi passare per determinati sotterfugi. Questa è una cosa che ho sempre cercato di inculcare nei giovani. A livello professionistico, facendo anche tanti passi indietro, io non è che sia esente… Dico che magari alcune sostanze che adesso sono doping, nel 1979-80 quando ho iniziato io, si potevano prendere. A volte – ammette – sono anche preoccupato per quello che ho preso o mi hanno dato”.

Bergomi ha dunque avuto il coraggio di ammettere che sostanze che oggi sono considerate dopanti, giravano tranquillamente negli spogliatoi delle squadre dei suoi tempi. Per fortuna, sottolinea lo stesso ex difensore nerazzurro campione del mondo nel 1982, le cose oggi sembrano essere cambiate:

“Le società adesso sono cresciute e danno un livello di informazione elevato. Poi penso che un giocatore debba sempre chiedere al suo medico. Qui sta anche nell’intelligenza dell’allenatore e di chi ti guida nel distribuire i carichi di allenamento. Se hai caricato oggi, domani non puoi proporre determinati allenamenti. Questo anche se penso che nel calcio ci si possa allenare molto di più, i tennisti per esempio si allenano di più, lo vedo da mio figlio che è tennista. Bisogna lavorare sulle carenze per migliorare nelle prestazioni ma sempre nel rispetto delle regole”.

Trattandosi di dichiarazioni che hanno fatto molto rumore, la ‘Gazzetta dello Sport’ ha raggiunto oggi Bergomi per chiedergli ulteriori lumi su quanto affermato ieri: il commentatore Sky ha quindi specificato ulteriormente a cosa si riferisse.

“Ho partecipato a un convegno molto interessante sul doping, e in quel momento, parlando ai giovani, mi è venuto in mente il Micoren. Quando ho parlato dei farmaci che ci davano quando ho iniziato la mia carriera da calciatore, mi riferivo proprio al Micoren, che all’epoca non era conosciuto: all’Inter ce lo davano e ci dicevano che serviva a spaccare il fiato, poi, anni dopo, si è scoperto che è una sostanza pericolosa. Il Micoren lo davano a tutti, in tutte le società. L’ho detto per lanciare soprattutto un messaggio ai giovani: noi all’epoca eravamo più ingenui – continua – , dovevamo invece essere più attenti e più pronti a chiedere informazioni alle società su quello che prendevamo. Oggi invece i ragazzi devono puntare su un sano allenamento, devono sempre chiedere informazioni su tutto quello che gli viene dato e devono puntare su una sana alimentazione. Noi quel Micoren lo abbiamo preso ingenuamente, perché ci dicevano che ci aiutava”.

Quanto alla propria salute, l’ex difensore dell’Inter conferma di stare bene e di aver voluto solamente fare un discorso generale, che si collega alle morti misteriose nel calcio degli ultimi anni:

“Era una considerazione di carattere generale: io sto bene, tranquilli. Ho pensato alle conseguenze, che ancora non conosciamo, che potrebbero esserci per aver preso quei farmaci. E poi ci sono i tanti casi di Sla tra i calciatori per i quali ancora non si riesce a trovare una spiegazione. Non alludevo a nulla di specifico: è una paura in senso generico”.

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ultimo aggiornamento: 15-09-2015