Difficile non rimanere incantati da Brasile-Serbia e dalla crescita dei verde-oro in partita. Difficile dimenticare la serie di meraviglie mostrate nel secondo tempo. Perciò, trovare 3 episodi minori non è facile, stavolta. Anche perché ogni situazione ha un significato in una
gara come questa.
1) Quarto minuto. Il primo numero di un giocatore brasiliano è palleggio di testa con corsa andare via all’uomo da parte di Vinicius. Il campo si allarga, la palla arriva sull’altro lato ma Raphinha sciupa con cross rasoterra. Vinicius è al suo primo Mondiale e sembra una foca che corre come una gazzella. Strana creatura, da letteratura fantastica.
2) Il sorriso. Fine primo tempo, ottima Serbia che ha tenuto, non ha punto ma non ha corso neanche pericoli eccessivi. Milinkovic e Tadic tentano un’azione in area di rigore brasiliana, non riesce e si mettono entrambi a sorridere per il filtrante del primo che non aggancia il secondo. Sembra quasi che sanno che stanno preparando qualcosa d’importante. Invece è un sorriso che ha un che di amaro perché hanno già capito che stanno andando oltre i loro limiti.
3) La resa. All’ora di gioco si vede Tadic andare a fare fallo a Neymar. Un talento (“il più sottovalutato da 4 anni a questa parte”, lo ha definito Bizzotto in telecronaca) che va a misurarsi di forza col suo opposto omologo. Pochi secondi dopo c’è il palo di Alex Sandro e tutto il resto. Non lo si era capito che il segnale di resa l’aveva dato il suo capitano pochi secondi prima.
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