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Bucciantini: “Il 4 ottobre 2022 Inzaghi arretrò Calhanoglu, le luci di San Siro non si spegneranno più”

L’opinionista Marco Bucciantini ricostruisce la genesi della geniale invenzione del tecnico nerazzurro che ora fa le fortune della squadra.

Marco Bucciantini sulla Gazzetta dello Sport sottolinea perché Calhanoglu è un eccellente regista raccontando come Inzaghi decise di cambiargli ruolo. “Le storie belle cominciano sempre al passato: dopo anni di onorato e crescente servizio, fino alla padronanza del mestiere e della squadra, Marcelo Brozovic dovette fermarsi. Successe il 25 settembre del 2022. […] Dunque l’incarico nella mediana dell’Inter era pronto per il giovanotto che veniva dall’Empoli (Asllani, ndr). Così fu: Inter-Roma 1-2, quarta sconfitta di un deludente avvio di campionato, immeritata ma un brutto modo di arrivare al redde rationem della doppia sfida in Champions al Barcellona...”.

La mossa

Nel girone dominato dal Bayern con gli spagnoli si spareggiava per esistere. Inzaghi arretrò Calhanoglu dietro a Barella e Mkhitaryan, che voleva elevarsi dal programma di subentrante al quale era destinato. Quella sera Luci a San Siro: non si spegneranno più”.

Simone Inzaghi

Tre 10

È il varo del centrocampo che oggi pare un dono, un capo-lavoro: pensiero, sfida, tre numeri “dieci” che si mettono insieme, associati dal lavoro e da un’idea forte, per coccolare la palla: Inter-Barcellona 1-0, gol di Calha. Il coraggio ha bisogno di segnali e il destino ha bisogno di date, eccola: 4/10/2022. Al ritorno in Catalogna ancora loro e partitissima dell’Inter che crea, segna, spreca, pareggia e comincia la scalata alla finale della Champions”.

Le particolarità

Calhanoglu fa convergere il discorso e già c’ispirò l’elegia, su questi spazi rosa: “È un numero dieci, pensa in avanti (nel campo, nel tempo) come fa un numero dieci, muove la palla come se fosse esercizio naturale: da numero dieci. E gioca davanti alla difesa, e dietro le mezze ali, gli attaccanti: dove gioca oggi un numero dieci, sottratto dall’intensità forsennata che intasa la trequarti. Hakan è la consolazione che un numero dieci serve sempre, è il sogno che non è possibile sradicare o cancellare dal campo di calcio”.

I meriti

Pensarlo lì – e organizzare i dintorni – è però il merito di Inzaghi , che non ha l’eloquio del profeta e tocca agli altri raccontare. Anche la seconda vita del professor Mkhitaryan: di solito, all’imbrunire delle forze il lavoro si riduce per lasciarne intatta la resa”.

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Redazione F

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