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Cagliari, Zeman: “Sempre stato juventino, ce l’avevo solo con certi personaggi”

Zdenek Zeman torna a parlare di Juventus e, manco a dirlo, le sue parole fanno ancora una volta molto rumore. Il tecnico boemo ha ormai per sempre legato il suo nome a quello della società bianconera, pur non avendola mai allenata e pochissime volte battuta sul campo. Per il popolo bianconero intero, però, Zeman è il nemico numero uno, per le accuse che negli anni ha effettuato nei confronti della Vecchia Signora, di alcuni suoi calciatori e soprattutto della precedente dirigenza, la cosiddetta “Triade” composta da Roberto Bettega, Luciano Moggi e Antonio Giraudo.

Dalle accuse di doping a quelli di partite truccate e addirittura ai suoi esoneri pilotati proprio dalla dirigenza della Juventus, Zeman è stato uno dei testimoni del processo di Calciopoli, tenutosi a Napoli. In aula come testimone, il tecnico attualmente al Cagliari non ha fatto proprio un figurone, tra dichiarazioni del tipo “non sono mai stato esonerato realmente”, oppure “avrei allenato un top club mondiale se qualcuno non avesse volutamente bloccato la mia carriera”. Sta di fatto, che ora Zeman vuole rilanciarsi nel calcio che conta, dopo aver fallito miseramente nel suo ultimo tentativo alla Roma, conclusosi con un esonero praticamente annunciato. Intervistato dal ‘Guerin Sportivo’, l’ex allenatore del “Foggia dei miracoli”, ci tiene però a precisare che lui non ce l’ha mai avuta propriamente con la Juve:

“Io non ce l’ho mai avuta con la Juventus come squadra – spiega -. Sono nato tifoso juventino, di notte dormivo con la loro maglia perché sono cresciuto a Torino. Io ce l’avevo con alcune persone dentro la Juventus, gente che avrebbe potuto lavorare in un’altra squadra e io avrei potuto dire le stesse cose. Allenare la Juve? Certo che l’avrei fatto”.

Il riferimento è ovviamente alla triade guidata da Luciano Moggi, ma Zeman è costretto ad ammettere anche che dopo Calciopoli non è che sia cambiato granché nel calcio italiano. Uscito di scena l’ex direttore generale della Juve, il calcio italiano è infarcito di presidenti pregiudicati e da qualche giorno ha anche un presidente federale il cui curriculum a livello penale è tutt’altro che encomiabile:

“Ma se era un sistema – ammette Zeman – non potevano essere solo tre persone. Dopo Calciopoli si poteva ripartire cercando di migliorare questo mondo, invece sono rimaste sempre le stesse persone”.

Sta di fatto, però, che Zeman ha sempre puntato il dito sulla Juventus più di tutti e questo lo ha reso il nemico numero uno dei tifosi bianconeri, che appena sbarca a Torino lo trasformano in bersaglio preferito dei loro sfottò:

“Quando ho detto quelle cose capivo le ripercussioni, ma volevo che fosse posta attenzione. Purtroppo ho avuto problemi anche nella sfera privata. Adesso – evidenzia – ogni volta che vado lì è un caos, tirano sempre fuori mia madre. L’ho detto anche al delegato Lega: ‘Ma tu stai sentendo? Scrivi?’, gli dicevo. No, non scrivono mai. Le curve si chiudono per i cori contro i neri, non contro i bianchi”.

Mirko Nicolino

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