Il segreto è pari a quello di Pulcinella, ma in realtà l’offerta inoltrata a Carlitos Tevez da parte della Juventus, segnatamente da Beppe Marotta, ha contorni ben precisi e risale ai giorni appena successivi la finalissima di Champions League tra le due tedesche. Il Milan, è vero, ha provato ad inserirsi con forza garantendo all’argentino una sorta di pareggio, forzando su una promessa di vecchia data, indispettendo però Mario Balotelli che non ha mai ‘flirtato’ con il suo ex compagno ai tempi del City. Anzi, SuperMario un nome l’ha fatto tra coloro che giocavano con lui in Inghilterra ed è quello del poliedrico e ancora in parte inespresso difensore Micah Richards.

In sintesi: i bianconeri sono forti di un accordo che Tevez avrebbe di fatto sancito a parole, tagliando fuori il Monaco che in quel momento era sulle sue tracce, che verte su un triennale da 6 milioni netti a stagione più bonus con l’obiettivo comune di lasciare finalmente il segno in Champions League. Lo stesso Conte avrebbe avuto un contatto diretto con il giocatore, convinto in maniera assoluta dal progetto tecnico. L’indispettirsi di Marotta sulla possibile asta d’ingaggio ha messo in chiaro le regole che intende seguire la Juve: l’accordo è quello e per quanto la riguarda non si discute.

Un segnale al manager di Tevez e soprattutto a Galliani, che comunque oggi è ancora interessato a due bianconeri, ovvero Matri (uomo di Allegri) e De Ceglie (sua vecchia fissazione). I rapporti potrebbero quindi comunque ammorbidirsi, e anche non fosse (cioè Tevez scegliesse un rialzo rossonero) la Juventus è comunque vigile su almeno tre profili in grado di accontentare il proprio mister: punta di fame, mobile, capace di agire da prima o da seconda punta. Insomma, l’erede top sia di Vucinic che di Quagliarella.

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