Nell’era moderna del calcio, dominata da trasferimenti multimilionari e lealtà spesso effimere, sorge spontanea la domanda: è ancora possibile per un calciatore diventare una bandiera del proprio club? Paolo Condò, affermato giornalista e commentatore sportivo, collaboratore di La Repubblica e volto noto delle trasmissioni dedicata alla UEFA Champions League su Sky Sport, fornisce la sua visione sull’argomento nel corso di un’intervista a News.Superscommesse.it.
Paolo Condò mette in luce come per i giocatori di punta di squadre come l’Inter, il Milan e la Juventus, ci siano, rispetto ad altre realtà, più condizioni per crearsi un legame forte e duraturo con la propria squadra. Queste squadre non solo competono al più alto livello, ma sono anche in grado di soddisfare le richieste economiche dei loro migliori talenti, mantenendo così viva la tradizione delle bandiere.
Il caso di Lautaro Martinez all’Inter è emblematico: il suo recente rinnovo di contratto con il club milanese dimostra che, quando le condizioni economiche e sportive sono favorevoli, anche nelle realtà calcistiche contemporanee si può puntare alla creazione di una bandiera. Lautaro avrebbe potuto guadagnare di più in altre squadre ma ha scelto lui stesso di rinnovare: il Toro durante la trattativa ha fatto un passo concreto verso la società. La sua richiesta iniziale era uno stipendio di 12 milioni a stagione mentre alla fine ha firmato per 9.
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