Paolo condò su La Repubblica ha parlato del brutto clima che si respira intorno al Milan e del silenzio di gran parte dei dirigenti. “Mentre l’Inter sfila felice per le vie di Milano sfoderando la seconda stella, atto finale di una grande stagione, il Milan incassa senza gioia la qualificazione alla Champions e un secondo posto ormai blindato. Non il modo peggiore di perdere, ma comunque si è perso. Le conseguenze della sconfitta sono scritte — Pioli se ne andrà, qualche big è in bilico — la più preoccupante è la frattura con un popolo frustrato dai sei derby perduti di fila. In una situazione così pesante non si capisce perché Cardinale non spenda la faccia di Ibrahimovic. Ovviamente il più gradito e credibile agli occhi dei tifosi essendo stato a lungo il loro eroe in campo”.
“Fin qui Zlatan ha aperto bocca in pubblico soltanto a febbraio, in margine a un convegno londinese. Un anno fa, cinque minuti dopo l’eliminazione (dall’Inter) nella semifinale di Champions, Paolo Maldini era davanti a telecamere e taccuini a spiegare, prendersi responsabilità e immaginare il futuro (che non sarebbe stato suo). Siccome Zlatan non gli è certo da meno quanto a personalità, il pensiero conseguente è che la sua influenza tecnica non sia così pronunciata. E non si capisce perché”.
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