Paolo Condò su La Repubblica trova dei punti in comune tra Milan ed Inter. “La sensazione anche visiva è che il treno dell’alta classifica, quello diretto verso la prossima Europa, sia partito. Dei passeggeri previsti mancano clamorosamente le due romane. […] Nella testa del treno, il locomotore in cui si parla di scudetto, sono ammesse per ora tre squadre, le milanesi e il Napoli, che è in ritardo di quattro punti ma ha la forza di chi ha già attraversato una crisi, e in qualche modo pare averla risolta. La Juventus ha rischiato a Bergamo la seconda sconfitta, specie nel finale, ma ha portato a casa la pelle grazie a una resilienza che le va riconosciuta”.
“Il sabato delle tre candidate al titolo era stato di discreta qualità, con una curiosa serialità dei gol. Il Milan ne ha segnati due identici: sgasate di Leao sulla sinistra e cross dal fondo timbrati in porta da Pulisic e Okafor. L’Inter ha usato quasi lo stesso schema per battezzare la serata di grazia di Lautaro: due cross dalla trequarti sinistra di Thuram e Carlos Augusto, uno dalla trequarti destra di Barella. Anche il Napoli ha disegnato un gol del genere, il secondo: lungo (e spaziale) cross di Kvara per la testa di Osimhen sotto misura. Sei gol simili che pongono però l’accento su protagonisti diversi. La star del Milan è Leao, che crea la superiorità numerica e la sfrutta grazie all’arte dell’ultimo passaggio. Pulisic e Okafor non sono terminali puri, ma con i cioccolatini di un simile passatore non si fa certo gli schizzinosi”.
“Il cuore dell’Inter invece è Lautaro, che detta il passaggio rapido a evitare il fuorigioco, e con un terminale — lui sì — così implacabile Inzaghi mette a frutto i suoi molti crossatori. Il Napoli, infine, è l’unico a poter contare su una ditta paritaria perché, ora che è tornata, la sulfurea creatività di Kvaratskhelia si sposa a meraviglia con l’impeto realizzativo di Osimhen, e i due sono davvero le metà di una mela, inutile fare classifiche. Questo Napoli vuole il pallone come il gatto gioca con il gomitolo, qualcosa è stato messo a punto e l’impressione è di una squadra rallegrata da se stessa. Se l’interpretazione è corretta, Garcia si è mosso con intelligenza”.
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