Conte: sfuriate, liti e motivi del divorzio dalla Juventus

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Antonio Conte e il divorzio dalla Juventus sono il tema clou del nuovo libro scritto da Alessandro Alciato, giornalista di ‘Sky Sport’, intitolato appunto “Metodo Conte”. Al suo interno, aneddoti, segreti, liti e sfuriate dell’attuale commissario tecnico della nazionale italiana: il divorzio, consumatosi al secondo giorno di ritiro nell’estate del 2014 è stato l’ultimo gradino di un rapporto ormai in discesa da tempo. Dalle pagine del libro scritto da Alciato, traspare chiaramente come tra Conte e la Juventus è stato un susseguirsi di incomprensioni che hanno avuto l’unico finale possibile, ossia il brusco addio. Troppe cose non sono andate già a Conte, a parte quello che è definito la madre di tutte le motivazioni, ossia il mancato arrivo di Cuadrado (ora proprio alla Juve).

Con il dg Marotta è stato un susseguirsi di incomprensioni, tra le quali ci sarebbero anche le mancate rassicurazioni sul futuro di Vidal e Pogba. E poi ancora le discordanze sulla tournée pre-campionato in giro per il mondo; la diversità di vedute con il responsabile della comunicazione, Claudio Albanese e tanto altro ancora. Non manca nemmeno una sfuriata con Gianluigi Buffon: era il 17 maggio del 2014 e con lo scudetto già in tasca, Conte vuole ancora ottenere il record dei 102 punti, mentre Buffon capeggia lo spogliatoio che chiede un premio in denaro per la conquista del terzo tricolore. Il primo capitolo, infatti, si intitola: ‘Buffon, da te non me lo sarei mai aspettato’ e racconta proprio ciò che accadde quel giorno. Conte è seduto in sala video con gli altri giocatori e il capitano irrompe nella stanza assieme al dg Marotta:

“Mister, scusi un istante, il direttore vuole fare chiarezza sulla questione dei premi da pagare alla squadra, dopo la vittoria dello Scudetto”. Non l’avesse mai detto – si legge nel libro – , Buffon. In quei cinquanta metri quadrati si è scatenato l’inferno. Una furia di improperi rabbiosi, all’apparenza non giustificata dal momento. Conte si è messo a urlare, posseduto dal demonio di una possibile sconfitta o, ancora peggio, di una probabile pancia piena: “Mi avete rotto! Rotto, capito? E adesso andate tutti fuori dalle palle. Fuori, non voglio più vedervi. Fuori, ho detto!”. “Ma, mister…”. “Zitto Gigi, da quella bocca non deve più uscire una parola. Non me lo far ripetere. Proprio da te non me lo sarei mai aspettato. I premi… Ma pensa te, ’sti stronzi. Gigi, tu sei il capitano. E non capisci niente di niente, anzi diciamolo proprio, tu non capisci un cazzo. Sei una delusione, una sconfitta appena apri la bocca. Tu come tutti questi altri deficienti”.

Poi Conte andò alla nazionale e i rapporti con la Juventus sono rimasti tesi come confermano le parole di Carlo Tavecchio, presidente della Figc, riportate dal libro di Alciato:

“Non uso giri di parole, con la Juventus ci sono grosse difficoltà. Conte è una persona molto forte di carattere, si sente vessato dal suo ex club anche sotto certi aspetti economici, quindi direi che il recupero del rapporto con la Juventus è molto difficile. Poi anche Allegri ci ha messo del suo, quando ha detto che gli stage richiesti da Conte non andavano fatti”.

L’apice della tensione, si raggiunge con l’infortunio di Marchisio alla vigilia della partita contro la Bulgaria: è sempre Tavecchio a ricostruire la vicenda:

“Quelli sono stati momenti tesissimi. I più tesi da quando Conte è arrivato in Nazionale. Non era sereno, si sentiva vilipeso. Siamo stati insieme tutta la sera nell’albergo, era arrabbiato, la tensione aveva raggiunto livelli di guardia. “Presidente, c’è un disegno contro di me”. “Antonio, questo non è vero. Certo è che si è creata una situazione rocambolesca”. “C’è sempre la Juventus di mezzo, mi remano contro”, concluse il ct”.

Mirko Nicolino

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