La morale “statistica” di Copenaghen-Manchester City, che ha inaugurato gli ottavi di finale di Champions, è che se vai al tiro 27 volte in trasferta, è molto probabile che porti a casa almeno 3 gol. Avrebbero anche potuto essere di più, gli attacchi di Guardiola hanno determinato un indice di Expected Goals del 3.53, ma il risultato di 1-3 basta e avanza per godersi un ritorno sereno, salvo imprevisti degli dei del calcio. Sono tante le considerazioni da fare sulla prestazione dei campioni d’Europa in carica, prevedibile ma comunque importante.
1) La profondità, come sempre. Tutto molto facile è trovare gli spazi giusti con fini palleggiatori. La rete di De Bruyne ispirata da Foden in apertura, quella di chiusura confezionata a parti invertite con un raffinato triangolo in area di rigore. La classe al potere, con un surplus di conoscenza reciproca al massimo livello.
2) Il cinismo. Certo, il City ha imperfezioni. Lo dimostra il gol incassato, da censurare perché unico tiro nello specchio e in quanto favorito da un’errata impostazione da parte di Ederson. Però, poi, basta un rimpallo per trovare Bernardo Silva a tu per tu con il portiere e permettere al City di andare al riposo in vantaggio. Splendida la definizione di Nicola Roggero sull’autore del gol: «nascosto tra le foglie». Il suo morso è stato letale.
3) Tiri e organizzazione. Haaland non ha segnato, poco male, verranno occasioni più importanti. Il dato delle conclusioni in area di rigore è un numero bello robusto: 13. Ma ancor più rilevante è che in tutto il secondo tempo il Manchester non abbiano fatto neanche un fallo, dopo i 3 della prima frazione di gioco.
Capitolo prestazioni individuali. Ecco 4 giudizi attribuiti da La Gazzetta dello Sport su migliori e peggiori delle rispettive squadre.
GRABARA voto 7 – Prende tre gol praticamente senza colpe, ma con le sue parate ne evita probabilmente altrettanti.
DE BRUYNE voto 7,5 – Apre al 10′ col colpo di biliardo dell’1-0, chiude al 92′ con l’assist per il 3-1.
VAVRO – Annaspa al centro difesa, rischiando l’autogol nel 1° tempo quando lo salva la traversa.
EDERSON – L’errore sull’1-1 del Copenaghen imperdonabile. Specie in una gara in cui quasi non tocca palla
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