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Defour decapitato nello striscione dei tifosi dello Standard Liegi | Video

Questo pomeriggio lo ricorderà a lungo Steven Defour, centrocampista dell’Anderlecht che ha vissuto un ritorno davanti al suo ex pubblico a dir poco traumatico. Tutto è iniziato prima della partita quando i tifosi dello Standard Liegi hanno esposto uno striscione che si può definire scioccante senza paura di incorrere in facili sensazionalismi. Sul drappo che occupava tutta la curva era rappresentato un boia con un machete nella mano destra e la testa del giocatore nella sinistra, ad accompagnare la macabra illustrazione la scritta “Red or dead”, rosso o morto, profezia che si è avverata quando nel secondo tempo Defour è stato espulso.

Ma perché tutto questo livore nei confronti di un giocatore? Defour ha speso cinque anni della sua carriera allo Standard, dal 2006 al 2011, prima di trasferirsi al Porto. In Portogallo ci è rimasto per tre stagioni, prima di decidere di tornare in Belgio, questa volta però per vestire la maglia degli odiati rivali dell’Anderlecht. Da allora l’appellativo più gentile che gli è stato rivolto è stato quello di “traditore”. Un tradimento appunto, così hanno vissuto la scelta del giocatore dalle parti di Liegi. Fino ad arrivare ad oggi, quando il calendario metteva di fronte la squadra di Bruxelles e lo Standard, occasione perfetta per esibire la macabra coreografia.

I fischi e gli insulti hanno accompagnato Defour per tutta la partita, fino al 53′ quando spazientito scaglia il pallone con violenza verso la tribuna occupata dai tifosi di casa. L’arbitro non ci ha pensato due volte e ha espulso il giocatore, tra le proteste dei compagni e del diretto interessato che si sono protratte per alcuni minuti, mentre il pubblico applaudiva. La decisione del direttore di gara è però discutibile perché contemporaneamente a terra c’era un giocatore dello Standard, Defour infatti si è difeso dicendo di aver messo il pallone fuori per quel motivo. La ciliegina sulla torta arriva nei minuti successivi quando lo Standard, sfruttando la superiorità numerica, realizza i due gol (firmati Ciman e Camargo) che valgono i tre punti e la vittoria sui rivali di sempre.

cesare10

Ingegnere poco più che trentenne, vive in una città con l'anacronistica (cit.) passione per i cavalli. In attesa di guadagnare con i numeri si diverte con le parole. Imbratta il web da tanto tempo. Una volta aveva anche un blog di dubbio successo, ma lo ha chiuso per aprirne uno del quale non ha mai rivelato l'indirizzo, regola che non sfugge a questa biografia: forse anche per questo, ma non solo, non ha lettori. Scrive di calcio per poter comprare il pane. Nel tempo libero scatta fotografie, partecipa a cortometraggi di aspiranti registi slavi e apre tumblr collaborativi con pretese virali. Gli piace guardare le facce delle bariste ogni volta che ordina bitter con gin.

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