Se il Milan l’anno scorso non si fosse qualificato in Champions League, ma col quarto posto sarebbe stato “costretto” ai play-off di Europa League, per Adriano Galliani si sarebbe trattato di una “tragedia” (così disse): poco meno di dodici mesi dopo proprio il Diavolo punta al sesto, perché no al quinto posto per rimanere aggrappato all’Europa seppur entrandovi dalla porta di servizio. La domanda che sorge spontanea è: è davvero necessario, soprattutto per le grandi squadre, qualificarsi per questa competizione? In questa stagione squadre del calibro di Roma e Liverpool, due big del calcio mondiale, non hanno giocato il becco di una partita in giro per l’Europa, risultando poi in un grande campionato in entrambi i casi. Il problema è che l’Europa League, oltre a non avere l’appeal della sorella maggiore (e garantendo incassi di gran lunga minori) ha anche un calendario fitto con partite ufficiali sin dall’estate. E non solo per formazioni estoni o nordirlandesi.

Che vinca o meno la Coppa Italia, la Fiorentina è sicura di partecipare alla prossima Europa League entrandovi direttamente dalla fase a gironi: prima partita il 18 settembre 2014, in fondo si può fare nonostante annessi e connessi del giovedì sera. I dolori cominciano per chi arriverà quinto (o quarto, ma la sostanza non cambia perché comunque la viola ha il vantaggio della finale di Coppa Italia) e addirittura sesto, perché in quei casi verranno stravolte le preparazioni estive: il secondo posto utile del nostro calcio avrà diritto a giocare i play-off, anticamera dei gironi, tra il 21 e il 28 agosto; l’ultima a staccare il pass dovrà rimboccarsi le maniche addirittura il 31 luglio, ritorno il 7 agosto, per il terzo turno di qualificazione. Nell’anno dei mondiali un pensiero davvero pernicioso per i club, che dovrebbero cominciare la preparazione quando in Brasile la rassegna iridata è nel momento clou.


Attualmente gli “slot liberi” sono dunque due, le squadre in lizza per occuparli potenzialmente sette: “Per noi dell’Inter è fondamentale qualificarsi alla prossima Europa League” ha detto ieri Ranocchia su diktat di Thohir ma occhio al calendario dei nerazzurri che tra Parma, derby, Napoli e Lazio non avranno respiro da qui a fine stagione. Poi c’è appunto il Parma, a cui una capatina fuori dall’Italia non dispiacerebbe a prescindere visti i fasti del passato, quindi in seconda fila pronte a sgommare avanti alle due battistrada stazione Milan, Torino e Lazio; più staccate, ma ancora non dome, Verona e Atalanta. La logica suggerirebbe che ad esser favorite siano le squadre meneghine, ma siamo sicuri che per riprogrammare, resettare, ripartire l’Europa League non sia d’intralcio piuttosto che motivo di vanto? Magari sulla sponda nerazzurra dei Navigli non la pensano così, ma a Milanello non scartano l’ipotesi di pigiare il piede sul freno dopo 4 vittorie di fila. Per la felicità di Parma e Torino.

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