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Figc, Agnelli dice no a Tavecchio e lancia la candidatura di Vialli

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Alla fine il senso delle sue dichiarazioni è il seguente: secco no a Tavecchio presidente della Figc perché “non ha l’autorevolezza di un Rummenigge o un Platini”, che guidano Eca e Uefa e perché “serve un riformatore e non un traghettatore”; sì ad un ex calciatore di prestigio, con esperienza da dirigente: cioè uno tra Albertini, Cannavaro, Vialli e Costacurta. A parlare in questi termini è Andrea Agnelli alla presentazione a Montecitorio di una ricerca su ‘L’impatto economico dello sport in Italia’, durante la quale il presidente della Juventus ha incontrato in forma riservata per una ventina di minuti il presidente del Coni Malagò e il segretario generale Fabbricini.

Agnelli ha fatto notare che Tavecchio, ad oggi l’unico ad aver ufficializzato la candidatura al vertice della Figc, “ha il forte supporto di Carraro, cioè il supporto di un sistema che viene da lontano”, mentre “noi faremo delle valutazioni per cercare qualcosa di nuovo”.

Il numero uno bianconero, critico anche nei confronti del dimissionario Luigi Abete (“Ha dato le dimissioni nel pieno della crisi politica, il suo è stato un gesto irresponsabile”), del quale ha chiesto un passo indietro anche dalla Giunta Coni e dalla vicepresidenza Uefa, ha quindi tracciato l’identikit del nuovo presidente della Federcalcio, citando come modelli Platini e Rummenigge, cioè un ex calciatore con grande autorevolezza:

Quando entrano loro gli altri sentono il dovere di alzarsi in piedi. Farei fatica a riconoscere la stessa autorevolezza a Tavecchio (che pure è amico de Le Roi, Ndr).

Insomma, Agnelli pare puntare tutto su Albertini, che però evita di nominare, mentre fa i nomi di Vialli, Maldini, Cannavaro e Costacurta che al momento paiono soprattutto suggestioni mediatiche (anche perché la loro esperienza manageriale sarebbe tutta da dimostrare).

La campagna elettorale entra nel vivo, a poco più di un mese dalla (teorica) conclusione (l’assemblea elettiva è stata fissata l’11 agosto prossimo). Le Leghe professionistiche, che rappresentano il 34% dell’elettorato (12 la A, 5 la B e 17 la Lega Pro) al momento sembrano spaccate; nella massima serie in otto sarebbero pro Tavecchio, altrettante contro, con quattro indecise (di cui tre più orientate su Tavecchio). La Serie B, che oggi si riunisce a Milano, pare essere divisa in maniera omologa. Come la Lega Pro, che riveste un importanza non da poco.

Il 71enne Tavecchio, come noto, potrà contare sicuramente sui voti della Lega Dilettanti, di cui oggi è a capo e che equivale al 34% del totale.

Massimo Galanto

Classe 1988, pugliese di nascita, è giornalista pubblicista dal 2010. Scopre il mondo dei blog per caso, dopo esperienze legate ai giornali di ‘carta’. Laureato prima all'Università degli Studi di Bari e poi a La Sapienza di Roma, vive nella Capitale. Ma in questo momento potrebbe essere ovunque.

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