Dal 1995 Massimo Ambrosini da Pesaro, cresciuto nelle giovanili del Cesena, ha legato il suo nome in maniera indissolubile a quello del Milan (con una parentesi annuale al Vicenza di Guidolin), 18 anni a Milanello da protagonista indiscusso in cui oltre a farsi amare dai compagni e dai tifosi e rispettare dagli avversari, è stato anche capace di vincere tutto quello che un calciatore può vincere, facendolo spesso e volentieri da protagonista. Oggi la sua carta d’identità dice 36 anni compiuti lo scorso 29 maggio, il club rossonero ha deciso di non rinnovargli il contratto e così il possente mediano è rimasto senza squadra, accolto senza indugi dalla Fiorentina che in mezzo al campo mancava di un giocatore fisico, esperto e di completa rottura come lui. Oggi a Montecatini è stato il suo giorno, quello della presentazione a mezzo stampa, un modo per ringraziare innanzitutto la società viola per l’opportunità ricevuta e per chiarire una volta per tutte il modo in cui si è lasciato col Diavolo:

“Ringrazio la Fiorentina per la grande occasione che mi è stata data, sono stato accolto benissimo. Sono emozionato perché questa per me è una grande opportunità ed uno stimolo enorme. Fare proclami non è nel mio stile, voglio solo aiutare la squadra e portare entusiasmo. Il Milan? E’ il passato ormai, quello che è stato, è stato. Ora sono un giocatore della Fiorentina e penso solo ai viola. Io vecchio? L’età è un qualcosa che non si può fermare. Logico che una società possa fare delle valutazioni e se qualcuno ritiene che tu non possa più dare il giusto contributo, meglio separarsi. Nessuno pretende riconoscenza, semmai chiarezza. Ogni addio è diverso dall’altro, quello che pensavo l’ho detto nella conferenza stampa d’addio. Avrei gradito maggiore attenzione nell’esporre chiaramente i programmi, tutto qui”.

Inevitabile che il discorso cadi sul duello a distanza della stagione scorsa tra il Milan e la Fiorentina per il raggiungimento del terzo posto, piazza Champions alla fine conquistata dai rossoneri con non poche recriminazioni da parte dei viola per la partita di Siena del maggio scorso, vinta dai meneghini all’ultimo anche grazie a un rigore dubbio dato da Bergonzi a Balotelli e compagni; Ambrosini non è tipo che si lascia emozionare e risponde senza paura:

“Fu un testa a testa veramente intenso. Alla fine è andata a finire come sappiamo. Anche la Fiorentina meritava un posto in Champions, nel corso dell’anno il gioco dei viola è stato migliore del nostro. Dell’ultima partita non posso dire niente, io a Siena venni espulso e non vidi cosa accadde”.

Basta, non è tempo di rimuginare sul passato, il futuro di Ambro è sulle rive dell’Arno in una squadra ancora più rinnovata dopo la rivoluzione di dodici mesi fa e sicura protagonista del prossimo campionato:

“Gomez l’ho affrontato e sulle sue qualità non si discute: può spostare gli equilibri. Spero che l’adattamento al campionato italiano non gli dia problemi, è un grandissimo attaccante. Ljajic? E’ un giocatore giovane e nella parte finale dello scorso campionato è esploso. E’ un patrimonio per il calcio ed attualmente è nella Fiorentina. Non mi ha chiesto informazioni sul Milan se volete sapere questo. Montella? Posso assicurarvi di come sia un allenatore molto stimato nel mondo del calcio. Questi primi giorni con lui ed il suo staff confermano pienamente ciò che si dice di lui. La nostra squadra è stata costruita per fare un campionato di livello, dobbiamo provare a migliorare la classifica dello scorso anno. La nostra ossatura è forte, ma ci sono dei giocatori che lo scorso anno non c’erano, quindi servirà un po’ di tempo”.

Ambrosini in carriera ha sempre utilizzato il numero 23 occupato a Firenze da capitan Manuel Pasqual; per questo spiega “forse prenderò la 21 in onore della data di nascita di mia figlia“.

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ultimo aggiornamento: 12-07-2013