In una partita dove si è comportato da Re del Mondiale, difficile non notare tutto quello che ha fatto Kylian Mbappé. Proviamo allora a rimarcare 3 episodi e a farci qualche riflessione.
1) Il primo pallone. Ci sono giocatori, anche grandissimi, influenzati dal loro approccio alla gara. Mbappé entra in Francia-Danimarca provando un doppio passo, lui è fatto così, non concepisce la giocata normale. Trova un muro in Hojbjerg, che no batte ciglio. Ed è allora che pensi che magari non è la sua serata. Poi continui a crederlo vista la normalità del primo tempo. Ma quando ascolti i fischi di paura dei tifosi danesi ogni volta che tocca il pallone, anche il più banale, intuisci che qualcosa succederà per essere all’altezza di tanta attenzione. E difatti…
2) La rabbia. Tra disperazione e incazzatura, Mbappé si lamenta con Coman, reo di non lanciarlo dopo il 2-1. Perché la Francia può permettersi di buttare la palla come viene viene, tanto c’è lui che si avventa e corre come un ossesso. Nessuno ha un centometrista come lui, nessuno può praticare un gesto antico di anti-calcio e vederlo trasformato in un prodigio.
3) L’abitudine. Al fischio finale, è proprio Mbappè il più contenuto nell’esternare la felicità. Il che significa due cose: è abituato a serate di questo genere e pensa a quelle che ancora dovranno venire, più importanti.
L’articolo Francia Danimarca, i 3 episodi che non hai notato proviene da Calcio News 24.
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