Giancarlo Inzaghi ha parlato di suo figlio Simone in un’intervista realizzata da La Repubblica. “Simone mi ha detto: ‘Papà, comincio solo adesso a rendermi conto che ho fatto una grande impresa’. Gli ho dato un bacio, gli ho detto bravo. Poi Filippo gli ha dato un bacio e gli ha detto bravo. Siamo gente così”.
“Mio figlio ha iniziato a vincere lo Scudetto quando scrivevano che non era da Inter. Io mi arrabbiavo e lui ‘papà, calma…’. Poi però mi ha detto: ‘Mi sono segnato tutto e non dimentico’. Quando sarà tempo, ogni cosa verrà fuori. Non ora. Ora c’è solo da stare contenti”.
“Da ragazzini certamente, perché era un dribblomane tutto scatti e finte. Si passava la palla da solo e poi faceva gol. A 14 anni era alto un metro e 70. Ma, per Filippo, quel gol era il suo stesso sangue: con gli Esordienti ne segnava novanta all’anno. Eppure non pensavo che sarebbero arrivati così in alto, me li immaginavo al massimo in Promozione o in Eccellenza”.
“Forse a Roma era troppo amico dei calciatori. All’Inter è diventato più maturo, più riflessivo, sa essere un muro di gomma. Ma è sempre la solita enciclopedia: conosce, ruolo per ruolo e caratteristica per caratteristica, tutti i giocatori d’Europa. Basta fare un nome e lui tòc, risponde al volo”.
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