Alberto Gilardino ha compiuto una vera impresa. Ha preso il Genoa in corso d’opera e lo ha riportato in Serie A. Ieri l’entusiasmo dei tifosi è stato travolgente quando al fischio finale di Genoa-Ascoli è stata sancita la promozione aritmetica. La Gazzetta dello Sport oggi pubblica le confessioni del mister.
ULTIMO PERIODO – «Abbiamo centrato l’obiettivo, ma non dormivo da tre notti. Alle quattro del mattino mi svegliavo e guardavo il cellulare, assorto nei miei pensieri. Erano tante le responsabilità, nei confronti di noi stessi, ma anche della società».
GRAZIE A… – «Al nostro popolo, che è stato straordinario. E poi a tutto il gruppo, perché quando ho preso in mano la squadra sei mesi fa non era certo così scontato che a due giornate dalla fine avremmo ottenuto la promozione aritmetica in A»
DEDICA – «A mia moglie, alle mie figlie, ai miei genitori che erano qui al Ferraris. E poi a mia nonna che mi ha lasciato quest’anno, ma deve avermi dato anche lei il suo contributo per centrare questo traguardo. Ma è stato tutto incredibile quello che è successo».
GENOA-ASCOLI NON IN PANCHINA – «E dalla tribuna non è stato facile viverla, anche se sicuramente la gara si vede molto bene. Sul piano tecnico-tattico non è stata una gara facile, perché abbiamo affrontato un avversario che ha gamba ed è stato brillante, anche se noi abbiamo avuto le nostre occasioni nitide».
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