Brasile-Corea del Sud doveva essere secondo copione un normalissimo ottavo di finale tra una big che aspira a diventare campione del mondo e una nazionale che dal 1986 partecipa al Mondiale con regolarità e una certa competitività. E, invece, i verde-oro si sono impegnati, divertiti e si sono regalati l’euforia di fare la storia segnando 4 reti in un lasso di tempo ridotto, operazione che non gli era mai riuscita prima in questa misura. Quasi a collegarsi idealmente con altri Brasile del passato, quasi ad omaggiare Pelé che al gol e alla sua valenza estetica ha dedicato la vita.
Il Brasile aveva bisogno di vincere così, in maniera netta, per ritrovare il sorriso. Per cancellare quel primo tempo di 8 anni fa che la vide schiaffeggiata 5 volte in meno di mezzora dalla Germania in casa sua. Non passa da una sola gara, ovviamente, il recupero della propria dimensione di grandezza. Ma quei gol, fatti e festeggiati in queste modalità, riconnettono il mondo intero con il mito del futbol bailado, del vincere con allegria, dell’invenzione continua, di quello “spettacolo d’arte varia” cantato da Paolo Conte che nel calcio associamo col verde-or. Se lo avevamo perduto un po’, siamo stati fortunati ad averlo ritrovato in un semplice ottavo di finale che ci ha donato una gran voglia di assistere al quarto prossimo venturo.
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