Che non fosse semplice far ripartire l’Ajax e riposizionarla su alti livelli era prevedibile. Troppe le scorie da rimuovere dalla passata stagione, con un terzo posto finale a grande distanza dal Feyenoord e due tecnici bruciati. Impensabile che bastasse prendere Maurice Steijn per cambiare tutto. Anche perché il mercato a singhiozzo, con grossi colpi in uscita nelle ultime battute come il passaggio di Kudus al West Ham, ha ringiovanito la rosa tanto da essere la più green dell’Eredivisie, con tutto quel che comporta in termini di assemblaggio del nuovo materiale.
Ci sono partite simbolo che fanno pensare. E quella di ieri ha offerto la sensazione che tanto si sia cambiato ma lo stato di difficoltà sia invariato, a essere ottimisti. Twente-Ajax aveva chiuso lo scorso campionato col punteggio di 3-1; stesso responso alla quinta giornata del torneo in corso, ma andamento significativamente ancor più negativo.
I lancieri sono partiti malissimo ad Enschede, dopo 11 minuti erano già sotto di 2 reti. Entrambe, perlopiù, nate da respinte del portiere Gorter che faceva miracoli e si trovava una difesa incapace di reazione, tanto da lasciare Rots e Steijn (figlio del mister) colpire a rete in tutta tranquillità. Ma c’è qualcosa di più grave ancora del pessimo approccio ed è la netta sensazione di non essere mai entrati davvero in partita. Lo si è visto dopo che, finalmente, in una bella azione costruita da due difensori (Hato e Borna Sosa), Brobbey ha accorciato le distanze. Un exploit che non ha diradato la confusione e la lentezza della manovra. E quando nella ripresa i cambi hanno regalato un minimo di ordine in più, proprio uno dei subentrati in cabina di regia, Van del Boomen, si è fatto aggredire per il break letale del 3-1 di Unuvar.
Sette punti di distacco dal vertice sono già tanti, troppi, per non pensare male.
La squadra non sembra avere un leader capace di prenderla in mano, nonostante gli sforzi generosi di Bergwijn, anche perché troppi uomini appaiono insicuri. Le prove di alcuni nuovi acquisti, Sutalo e il numero 10 Akpom, fanno anche pensare fortemente che le scelte fatte quest’estate non siano giuste e non siano giocatori da Ajax, club abituato a stare ai vertici e – perciò – con una maglia pesante da indossare.
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