Il Milan e la storia dei fratelli Aubameyang: ora Pierre-Emerick è un rimpianto

E’ una storia particolare, quella riguardante il Milan e i fratelli Aubameyang. Questo cognome, infatti, non suona affatto sconosciuto a chi è tifoso rossonero e non solo per il fatto che Pierre-Emerick Aubameyang, attaccante del Borussia Dortmund che oggi ha debuttato in Bundesliga mettendo a segno una sonora tripletta contro l’Amburgo, è definitivamente esploso durante la scorsa stagione con la maglia del Saint-Etienne.

Durante la scorsa decade, infatti, un Aubameyang è sempre spuntato fuori durante le partite del Milan, soprattutto nel corso di match amichevoli o di poca importanza, nei quali è usanza consolidata impiegare molti giovani. I tifosi meno attenti, inoltre, avranno fatto anche un po’ di confusione con tutti questi Aubameyang e, di conseguenza, proviamo a fare un po’ di ordine.

Dal 2000, nelle giovanili del Milan, hanno militato tre giocatori, fratelli, figli di Pierre Aubameyang, detto Yaya, un giocatore gabonese dalla discreta carriera, ingaggiato dalla società rossonera come osservatore.

Pierre Aubameyang, di conseguenza, e lo scriviamo senza alcuna malizia, ha sfruttato il proprio ruolo per far ingaggiare tutti e tre i figli dal club rossonero: Catilina (classe 1983), Willy (classe 1987) e, appunto, Pierre-Emerick (classe 1989).

Cominciamo da Catilina: acquistato nel 1998 dalla Reggiana, il primo dei fratelli Aubameyang passa al Milan nel 2000, giocando due stagioni nella squadra Primavera. In prima squadra, Catilina colleziona una presenza in Coppa Uefa contro il Bate Borisov, una in Champions League contro il Deportivo La Coruna e una in Serie A contro il Piacenza, nella famosa partita persa per 4-2 dove Carlo Ancelotti schierò seconde e anche terze linee per far riposare i titolari in vista della finale di Champions del 2003 contro la Juventus, vinta dai rossoneri ai rigori.

Terminata la stagione 2003, Catilina lascia il Milan e, nel 2005, lascia anche l’Italia: oggi gioca nel Sapins, squadra del suo paese originario, il Gabon.

Il secondo fratello, Willy, invece, inizia la carriera da calciatore in Francia, trasferendosi in Italia nel 2002, ingaggiato nella Triestina. Il Milan, però, è solo questione di tempo: la società rossonera lo ingaggia nel 2005, giocando due stagioni con la squadra Primavera. Nel 2007, viene aggregato in prima squadra, facendosi anche notare nel Trofeo Luigi Berlusconi, segnando la rete decisiva contro la Juventus. Per quanto riguarda le presenze ufficiali, però, il destino di Willy sarà peggiore di quello del fratello: solo una presenza in Coppa Italia contro il Catania. Dopo innumerevoli prestiti, viene ceduto a titolo definitivo in Scozia, al Kilmarnock. Oggi, Willy gioca nella seconda squadra del Saint-Etienne.

Per la serie “Non c’è due senza tre”, il Milan decide di ingaggiare anche Pierre-Emerick. Nel 2007, il terzo Aubameyang si aggrega alla squadra Primavera, facendosi notare nella prima edizione della Champions Youth Cup, segnando ben 7 reti in 6 partite.

Probabilmente scottati dalle esperienze precedenti, la sorte di Pierre-Emerick sarà addirittura peggiore di quella dei due fratelli maggiori: l’ingresso in prima squadra non avverrà mai, il calciatore verrà ceduto più volte in prestito in Francia, fino a quando il Saint-Etienne deciderà, nel dicembre 2011, di esercitare il diritto di riscatto.

A questo punto, per il Milan, si consumerà la beffa. Pierre-Emerick Aubameyang in Francia fa faville: 37 gol in 87 presenze, una Coppa di Lega francese vinta e il passaggio ai vice-campioni d’Europa del Borussia Dortmund per la bella cifra di 13 milioni di euro più 2 di bonus.

Come già scritto, oggi Aubameyang ha esordito in Bundesliga, segnando tre gol contro l’Amburgo e i tifosi del Milan, sicuramente, avranno dedicato almeno un pensiero a questa storia.

Una storia decisamente triste.

Foto | © Getty Images

Fabio Morasca

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