President of SSC Napoli Football Club and CEO of Filmauro Movie Productions Aurelio De Laurentiis arrives for the celebrations of Saint Januarius (San Geannaro) on September 19, 2014 at the Cathedral of Naples. Saint Januarius, the Saint patron of Naples, is famous for the reputed miracle of the annual liquefaction of his blood on his feastday on September 19, on December 16 and on the Saturday before the first Sunday of May. AFP PHOTO/CARLO HERMANN (Photo credit should read CARLO HERMANN/AFP/Getty Images)
Gesto nobile del Napoli che ha adottato una squadra di bambini afghani. Da oggi in poi, i ragazzini giocheranno con la maglia azzurra dei partenopei: l’iniziativa è stata portata avanti con la collaborazione del contingente italiano che opera ad Herat. I militari della Brigata Garibaldi, impegnati nelle operazioni di pace in Afghanistan, hanno infatti consegnato divise e altro materiale gentilmente concesso alla società presieduta da Aurelio De Laurentiis. La cerimonia di consegna proprio alla vigilia della semifinale di andata di Coppa Italia, che vedrà il Napoli impegnato questa sera contro la Lazio allo stadio Olimpico di Roma.
Alla cerimonia hanno partecipato i militari italiani, una rappresentanza del contingente spagnolo e il tecnico dei partenopei, Rafael Benitez, che per l’occasione ha messo da parte la rabbia per i risultati sportivi degli ultimi giorni. L’allenatore spagnolo si è collegato con l’Afghanistan tramite Skype, tenendo una breve videoconferenza. Grande soddisfazione da parte del presidente azzurro, Aurelio De Laurentiis, che ha inviato ai ragazzi “adottati” e ai militati impegnati nella missione di pace un messaggio personale.
“Il calcio e il Napoli possono dare un po’ di gioia e di fiducia ai soldati italiani in Afghanistan e al suo popolo che cerca la pace”.
Non è la prima volta che il Napoli di De Laurentiis si impegna nel sociale e nella promozione dei valori positivi del calcio e dello sport in generale. L’adozione della giovane squadra afghana è un gesto simbolico che vuole manifestare la vicinanza del popolo napoletano nei confronti di una popolazione che sta attraversando una dura fase di ricostruzione dopo la guerra dichiarata conclusa solo nel maggio del 2014. L’Italia guida ad Herat un contingente internazionale che vede la partecipazione anche di soldati provenienti da Spagna, Usa, Lituania, Ucraina, Slovenia e Albania.
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