Quando aveva accettato di imbarcarsi nell’avventura Inter bis, di sicuro sapeva che non sarebbe stata una sfida facile: Roberto Mancini, che già al Galatasaray s’era messo in gioco, ritornando alla Pinetina ha deliberatamente deciso di rimboccarsi le maniche per dare una scossa a una squadra imbambolata, eppure nonostante l’impegno che sta profondendo senza risparmiarsi, i nerazzurri non girano, come certifica la classifica e da ultima la prestazione di ieri contro il Cesena in un San Siro semi-deserto.
Se prima della sfida contro i romagnoli, il tecnico jesino aveva dato fondo alle ultime residue pillole di ottimismo, al triplice fischio di Gervasoni ha alzato bandiera bianca; apparso stanco, abbattuto, non ha giustificato sé e i calciatori per l’1-1 contro l’undici di Di Carlo, anzi ha ammesso che la situazione è tutt’altro che rosea:
“Forse sono stato troppo ottimista: pensavo si potesse fare di più. Il primo tempo è stato giocato sotto tono, il Cesena ha capito che poteva metterci in difficoltà e lo ha fatto. Nel secondo c’è stata una reazione, abbiamo anche creato, ma sinceramente non è stata una grandissima partita. E non è un caso. Questa è una squadra che alterna prove buone e altre negative: ci vorrà un po’ più di tempo probabilmente. Mi spiace per i ragazzi e per i tifosi, facciamo ancora errori grossolani. Il gruppo è molto unito e lavora con grande abnegazione. Io sono un po’ troppo ottimista di natura e pensavo che ci volesse meno tempo per completare la nostra crescita”.
Chiaro che a questo punto parlare di terzo posto è una follia:
“Avessimo vinto, ci saremmo portati a -7 dal Napoli a 11 partite dalla fine. Adesso invece è inutile parlarne e anche non logico farlo. Non sarebbe una cosa reale…”.
Eppure il Mancio il bicchiere tende sempre a riempirlo per metà: giovedì c’è il ritorno degli ottavi di Europa League contro il Wolfsburg contro cui il Biscione ha perso 3-1 in Germania (“Giocando senza macchie, avremmo potuto agilmente pareggiare”), e così il tweet di fine gara lo dedica alla partita successiva pur non dimenticando la figura grigia col Cesena:
Ma è quando guarda ancora più oltre che Mancini allora ricaccia fuori l’orgoglio e sentenzia gonfio del suo immancabile ottimismo:
“Ribadisco che l’Inter l’anno prossimo lotterà per lo scudetto, certo è che se quest’anno non si raggiungerà l’Europa servirà avere una base per ripartire”.
I tifosi gli credono e concedono lui quel credito che a Mazzarri (l’anno scorso quinto e quest’anno con una media punti di 1,40 a match contro l’1,31 del suo successore) non è mai stato dato.
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